Matrimonio finto, gli sposi: «Si evita la burocrazia e paghiamo meno tasse»

Sui social alcune agenzie offrono finti sindaci per finti matrimoni

Domenica 23 Aprile 2023 di Valentina Panetta
Matrimonio finto, gli sposi: «Si evita la burocrazia e paghiamo meno tasse»

«Aspettiamo la sentenza di divorzio da un anno e mezzo ma nel frattempo abbiamo scelto di festeggiare lo stesso». Giulia C. e Ciro S., di 30 e 39 anni, non rinunceranno all’evento dei loro sogni solo per attendere la sentenza di divorzio di lui, in agenda ad aprile e ora rimandata a settembre. Nonostante questo significherà celebrare un non-matrimonio.

Divorzia dall'oligarca russo (così evita le sanzioni) per la vita lussuosa a Parigi, la mossa di Svetlana

A sopperire alla mancanza legale ci penserà una buona dose di romanticismo: Giulia e Ciro si sposeranno in estate a Ischia, l’isola dove si sono conosciuti nel 2017.

Lei, romana, era lì in vacanza. Lui, di Ercolano, era alla guida del suo traghetto. Per l’occasione i due hanno ingaggiato in tempi record Pino L’Abbate, attore professionista e celebrante che vestirà i panni del sindaco. 

Ma non solo in caso di impossibilità, il matrimonio simbolico rappresenta una soluzione appetibile in caso di seconde nozze anche per chi teme di perdere la pensione del precedente marito, come ci racconta Marco Zuccari, anche lui celebrante e attore: «Tra le mie molte cerimonie ricordo quella di una coppia di signori anziani. Lei, vedova, non voleva sposarsi civilmente per non perdere la reversibilità del marito. Sì, succede anche questo».

Diverso poi il caso di chi, nonostante abbia ottenuto il divorzio, sceglie di accostare al rito civile uno non tradizionale per coinvolgere i membri della nuova famiglia allargata in costruzione. «Ho voluto coinvolgere i mie due figli e quelli di mio marito Antonio nel rito, perché sappiano qual è il loro posto all’interno del nostro matrimonio», racconta Liana Moca, 45 anni, sposa simbolica e lei stessa celebrante, con oltre 40 cerimonie all’anno in agenda. Il suo, nel 2018, è stato un matrimonio informale in azienda agricola, in un’atmosfera molto più calda di quella del comune di Sulmona, la città dei confetti, dove vive. «Non c’è niente di finto davanti alle persone che si amano. La firma su un documento non è così importante». 

«Si evita la burocrazia e paghi meno tasse»

«Dopo 14 anni di fidanzamento desideravamo il matrimonio, ma sposarsi per davvero avrebbe significato pagare più tasse». Loris D. e Jasmina R., 32 e 33 anni, svizzeri, nati entrambi da genitori italiani hanno scelto la propria terra d’origine, il Salento, per celebrare il loro amore a cui non seguirà nessuna firma ufficiale. I due, residenti a Ginevra, sono proprietari di un’azienda di cosmetici. «In Svizzera se due persone che hanno un’attività si sposano, pagano molte più tasse in busta paga e sulla casa. Qui non si sposa più nessuno, già è tanto che lo facciamo così», scherzano. 

 

Lucianella Stifani, wedding planner e celebrante, guiderà la cerimonia. «Come loro, molti dei miei clienti sono figli di emigrati italiani di seconda o addirittura terza generazione che tornano in Italia per le proprie nozze». Non è raro che sia la ragione economica a guidare gli sposi nella scelta del rito. Lo stesso è avvenuto per Paola Rais e suo marito Andrea Basolu. Lei 38 anni, manager in un’azienda informatica, lui 40, direttore nella grande distribuzione, sono stati sposi simbolici nel giugno 2019. «Fare la cerimonia civile in una casa comunale del comune di Nuoro, dove siamo residenti, ci sarebbe costato 600 euro, così abbiamo deciso di farla in provincia in una location molto più suggestiva». I due si sono sposati in municipio appena 3 giorni prima, pagando solo la marca da bollo richiesta e rimandando persino lo scambio delle fedi. «Abbiamo scelto il rito dell’albero della vita, un piccolo alberello di ulivo che abbiamo annaffiato insieme durante la cerimonia come impegno a coltivare insieme il nostro matrimonio». 

Ed è stata sempre la bellezza del Salento a richiamare Dalila Greco e Giorgio Tozzili, di 26 e 32 anni, da Milano, dove vivono e lavorano, alla loro terra nel giugno 2022. Il loro coup de théâtre è stato quello di comunicare la scelta dei testimoni solo a cerimonia inoltrata.

Ultimo aggiornamento: 14:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA