Mario Biondo, c'è un indiziato: usò il profilo Twitter del cameraman la notte in cui morì

Mercoledì 19 Maggio 2021 di Valentina Errante
Mario Biondo, c'è un indiziato: usò il profilo Twitter del cameraman la notte in cui morì

Un primo nome è già agli atti della nuova inchiesta sulla morte di Mario Biondo, il cameraman che viveva a Madrid ed era sposato con la nota conduttrice televisiva Raquel Sánchez Silva. È un uomo spagnolo di 50 anni, che la notte del decesso del cameraman palermitano, trovato impiccato alla libreria di casa con un foulard, ha utilizzato gli account dei social di Biondo. Il nome è stato comunicato dai consulenti italo-americani della Emme Team, che svolgono indagini difensive per la famiglia di Mario, alla procura generale, che ha avocato l'indagine dopo una richiesta di archiviazione respinta dal gip. Una vicenda poco chiara, che le contraddizioni e le bugie della moglie di Biondo, interrogata anche dai pm di Palermo, non hanno aiutato a ricostruire.
Il lavoro dei consulenti, che adesso saranno convocati e sentiti alla procura generale, però, non è ancora concluso.

Nei prossimi giorni sarà consegnato, attraverso l'avvocato della familia, Carmelita Morreale, una relazione con un altro nome, quello corrispondente all'Ip che sia la notte del decesso, il 29 maggio, sia il giorno successivo, quando era già stato scoperto il corpo e la polizia si trovava nell'appartamento di Madrid, si è collegato al wifi di casa. L'ipotesi è dunque che Mario non fosse solo nell'appartamento, come sostenuto dalla polizia spagnola che aveva archiviato il caso come suicidio.

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GLI ACCESSI AI SOCIAL
I consulenti, attraverso gli indirizzi Ip, sono riusciti a individuare negli Stati Uniti, due Iphone che accedono ai profili Twitter e Facebook di Mario la notte del decesso e nelle ore successive. Il primo, quello riconducibile all'uomo di 50 anni, già in qualche modo comparso durante gli accertamenti, accede all'account Twitter. L'altro entra nel profilo Facebook e, soprattutto, si aggancia al wifi dell'appartamento. Secondo le verifiche i due cellulari, però, sono nella stessa zona. Coperti dalla medesima cella. Il prossimo passo sarà svelare l'identità della persona che è entrata nella pagina Facebook di Mario utilizzando la rete domestica. La notte della morte, Mario avrebbe usato Facebook per comunicare con i fratelli. Alle 00:48 uno dei due dispositivi scoperti dalla consulenza avrebbe agganciato il wifi e sarebbe dunque stato usato nell'appartamento, mentre il secondo smartphone sarebbe stato utilizzato nei dintorni dell'abitazione. Entrambi invece erano in casa di Biondo alle 19 del 30 maggio, durante i rilievi della polizia. Un altro punto oscuro riguarda la carta di credito di Mario, utilizzata la notte del decesso in un nightclub, tra le 2,08 e le 2,53 e mai ritrovata.
La famiglia Biondo è da sempre convinta che il ragazzo sia stato ucciso e non si sia suicidato come in un primo momento hanno ritenuto gli inquirenti.

 


LE CONTRADDIZIONI
Ad acuire i sospetti sono state anche le bugie e le contraddizioni di Raquel, la moglie di Biondo, avvertita, durante una lunga e stentata audizione per rogatoria, dai pm palermitani: «Se lei continua a dire che non ricorda potrebbe essere indagata per omicidio in Italia». Il tema erano proprio le intrusioni nei computer di Biondo. I due pc di Mario non sono mai stati sequestrati dalle autorità locali, è stata proprio la donna a restituirli alla famiglia alcune settimane dopo il decesso. Sosteneva di avere cancellato personalmente solo alcune foto e il video della luna di miele, ma, quando i magistrati la sentono come testimone, hanno in mano una perizia: il computer, dal quale sono spariti 996 gigabite di memoria, ha agganciato il wifi di un'azienda informatica e, 15 giorni dopo la morte di Biondo, sul portatile è stato installato un software di controllo da remoto. A questo punto, davanti ai pm la conduttrice televisiva sostiene di avere cancellato i dati con il cugino, che è un tecnico informatico. L'altro nodo e riguarda il luogo in cui si trovasse la donna la notte del 29 maggio 2013. La sua versione è che fosse da uno zio a Plasencia. Altri sostengono che quella notte Raquel fosse invece a casa del suo amico Kike Sarasola, attore e proprietario di una catena di alberghi. E la prima foto della donna, che arriva sotto la casa dove abitava con Mario, la ritrae accanto a Sarasola. Anche in questo caso, alla domanda dei pm italiani, Raquel ha risposto: «Non ricordo dove fossi».

Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 09:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA