Mara Cagol morta, chi era con lei quella mattina? Indagini riaperte dopo 47 anni: interrogato un ex brigatista

La vicenda è collegata al sequestro Gancia. Si cerca di dare un nome e un volto al terrorista fuggito e autore di una relazione scritta su quei giorni

Giovedì 27 Ottobre 2022 di Ste. P.
Mara Cagol morta, chi era con lei quella mattina? Indagini riaperte dopo 47 anni: interrogato un ex brigatista

La brigatista Mara Cagol, morta durante un conflitto a fuoco con i carabinieri il 5 giugno 1975. Non era sola. Chi era con lei quella mattina? La seconda persona che partecipò alla sparatoria non è stata mai identificata. Ora, dopo 47 anni, è stato interrogato un ex brigatista. Il figlio di Giovanni D'Alfonso, il carabiniere ucciso in quella sparatoria ha fatto riaprire le indagini su suo padre con un esposto.

E ora c'è una svolta.

Quarantasette anni dopo il conflitto a fuoco avvenuto sulle colline di Acqui Terme, in provincia di Alessandria, ci sono novità. La sparatoria fu innescata dalla liberazione dell'imprenditore Vittorio Vallarino Gancia, sequestrato il giorno prima dalle Brigate Rosse. Margherita Cagol e il marito nonché fondatore delle BR Renato Curcio, e Mario Moretti avevano pianificato un sequestro di persona per autofinanziarsi.

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Il sequestro di Vittorio Vallarino Gancia

Il 4 giugno l'industriale degli spumanti Vittorio Vallarino Gancia fu rapito e trasportato alla cascina Spiotta, a Melazzo. Margherita Cagol rimase a sorvegliare Gancia, insieme ad un altro brigatista, mai identificato. La mattina seguente avvenne il conflitto a fuoco con i carabinieri che andarono a perlustrare la cascina. Nella sparatoria il tenente Umberto Rocca fu preso in pieno da una bomba a mano lanciata da due terroristi. Il maresciallo Rosario Cattafi, investito dalle schegge, rimase ferito. I brigatisti uscirono sparando: rimase ferito gravemenre l'appuntato Giovanni D'Alfonso, colpito secondo le testimonianze dei colleghi da Cagol. D'Alfonso morirà pochi giorni dopo in ospedale. In un secondo conflitto a fuoco Margherita Cagol rimase uccisa mentre l'unico a rimanere illeso tra i carabinieri fu l'appuntato Pietro Barberis. L'altro dei due brigatisti, rimasto sconosciuto, riuscì a fuggire verso il bosco. 

La svolta consiste in questi nuovi interrogatori: sono stati interrogati a Milano alcuni ex appartenenti alle Br. Gli accertamenti dei carabinieri del Ris di Parma potrebbero dare un nome a chi, ormai quasi cinquant'anni fa, partecipò a quello che è passato alla storia come il primo sequestro di persona a scopo di autofinanziamento operato dalle Brigate Rosse.

L'attività investigativa fa seguito agli accertamenti scientifici cui sono stati sottoposti, con le più moderne tecniche, i reperti sequestrati all'epoca della sparatoria. Nel corso degli anni si sono fatte varie ipotesi sulla identità del brigatista che riuscì a fuggire. A far riaprire le indagini è stato l'esposto presentato, con il tramite di un avvocato, da Bruno d'Alfonso, anche lui carabiniere, figlio dell'appuntato morto nella sparatoria del 5 giugno 1975.

«È una questione di giustizia e di verità storica. Anche per onorare la figura di mio padre, un eroe che diede la vita per le istituzioni», ha detto D'Alfonso, luogotenente dell’Arma a riposo, dopo aver presentato l'esposto. Le indagini sono affidate ai carabinieri del ROS e coordinate dai magistrati del pool sul terrorismo della Procura di Torino e dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.

La vicenda e il memoriale scritto dal brigatista fuggito

Gancia fu rapito da un commando di almeno otto brigatisti fra i quali Massimo Maraschi, arrestato il giorno stesso del rapimento. Ma da chi era composto il commando? Chi c'era con Cagol quella mattina? Il 18 gennaio 1976 in via Maderno a Milano i carabinieri guidati dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa arrestarono Renato Curcio e Nadia Mantovani. Nell'appartamento di via Maderno fu ritrovato un memoriale, una copia della relazione scritta personalmente dal brigatista sconosciuto sfuggito alla cattura alla cascina Spiotta. Nel documento il terrorista descrive gli eventi con molti particolari fin dal momento in cui egli raggiunse la cascina dove era già presente la compagna bierre "Mara". Chi ha scritto quel memoriale? Chi era quella mattina accanto a Mara? È quello che ci si chiede ancora oggi, quarantasette anni dopo.

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Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 08:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA