Aveva solo 13 anni quando venne brutalmente uccisa e abbandonata in un casolare di campagna. Di anni ne sono passati 66 perché Lucia Mantione potesse finalmente avere un funerale.
Lucietta, la scelta dell'arciprete
Tutto il paese si mobilitò per le ricerche e solo tre giorni dopo il corpo della ragazzina venne ritrovato. Mistero sul delitto. L'ipotesi più condivisa parlava di un tentativo di violenza respinto e culminato con la morte per soffocamento. Giravano anche voci sull'identità dell'assassino, ma l'indagine dei carabinieri si dovette scontrare con la paura e il silenzio. A «Luciedda» furono negati anche i funerali. L'arciprete dell'epoca applicò rigidamente il principio che la funzione religiosa non potesse essere svolta in presenza di una morte violenta. A nulla valsero le richieste accorate della madre e del padre, uno zolfataio che con il suo lavoro riusciva a stento a mantenere la famiglia tanto da dovere poi seguire la via dell'emigrazione. La chiesa ha naturalmente cercato in questi anni di rimediare a un errore di cui non c'è traccia neanche nei registri parrocchiali. Per primo è stato il vescovo Mario Russotto a raccogliere la richiesta del paese per un rito funebre anche a distanza di tanto tempo e due anni fa ha disposto una prima benedizione dei resti.
Saman Abbas, il fidanzato a "Chi l'ha visto?": «Il padre mi minaccia dal Pakistan, ho paura»
Il caso del blogger
Non per questo la memoria si è placata. Un blogger del paese, Calogero Messana, ha raccolto scritti, ricordi e articoli dei giornali del tempo per reclamare la riapertura del caso e come risposta qualcuno gli ha incendiato un furgone. Un maestro-poeta, Giuseppe Alfano, ha messo in versi il dolore di una comunità: «Eri colomba pura. / io ti ricordo nel vestitino / di fanciulla candida e povera. / Così ti vide l'orco che con l'inganno / ti trasse nel suo covo / dove pose fine ai tuoi giorni». Del caso si è occupata nel 2019 la rubrica «Inviato speciale» di Radio 2 Rai e l'informazione locale ha ricostruito la storia drammatica e struggente di «Luciedda». Anche la Procura della Repubblica di Caltanissetta ha riaperto ora l'inchiesta delegandola ai carabinieri. La salma della bambina è stata riesumata per un esame medico-legale e il recupero del Dna. «Dopo 66 anni - dice il colonnello Baldassare Daidone comandante del gruppo di Caltanissetta - non è facile arrivare a risultati decisivi. Ma la nuova indagine scientifica ci aiuterà molto». La riapertura del caso e la riesumazione dei resti sono diventati ora l'occasione per celebrare il 28 luglio, nella parrocchia di Santa Maria del Rosario, i funerali a suo tempo negati, anche se in tutti questi anni sulla povera sepoltura di «Luciedda» non sono mai mancati i fiori del paese.