Il mistero dei 38 passi: sono quelli che ha registrato l'applicazione contapassi del telefonino di Laura Ziliani lo scorso 8 maggio, il giorno in cui è stata denunciata la sua scomparsa dalle due figlie Silvia e Paola e dal compagno della prima (e amante della seconda) Mirto Milani, ora tutti in carcere con l'accusa di averla uccisa.
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Il mistero dei 38 passi sul cellulare
I 38 passi del contapassi sono stati registrati fra le 8 e le 8.20, quando Laura, secondo il racconto, era già uscita senza telefonino mentre non ci sono movimenti fra le 6.30 e le 7, quando a loro dire si era alzata e aveva fatto colazione proprio controllando lo smartphone. E poi c'è la geolocalizzazione, che avviene se c'è il collegamento internet e che il telefono ha continuato a registrare fino alle 9.57. E tutto questo «ha sconfessato - si legge nell'ordinanza - quanto dichiarato» dagli arrestati «circa i movimenti della donna scomparsa la mattina dell'8 maggio».
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I cellulari sequestrati
Ci sono poi i telefonini dei tre arrestati. Quando è stato notificato l'atto di sequestro degli smartphone a giugno, loro hanno dato tre apparecchi nuovi spiegando di aver venduto i precedenti a un marocchino in stazione perché avevano bisogno di soldi. Poi però a luglio, accompagnati dal loro difensore hanno consegnato i telefonini originali seppure resettati «alle impostazioni di fabbrica». Silvia ha spiegato che era perché provava «vergogna all'idea che altre persone potessero vedere foto e conoscere dati sulla mia vita privata e attinenti alle pratiche sessuali con il mio fidanzato Mirto Milani. Mi vergognavo anche che si venisse a sapere che mi ero iscritta ad un sito di scambisti». E Paola ha detto di non volere «che altre persone potessero venire a sapere che ho una relazione con il fidanzato di mia sorella, Mirto».
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