Laura Ziliani, stordita dai farmaci e soffocata con un cuscino: così è stata uccisa dalle figlie

Domenica 26 Settembre 2021
Laura Ziliani, stordita dai farmaci e soffocata con un cuscino: così è stata uccisa dalle figlie

Laura Ziliani è stata stordita dai farmaci.

Ma non uccisa dal composto di benzodiazepine trovato nel suo corpo. Chi indaga è convinto che l'ex vigilessa bresciana sia stata soffocata con un cuscino mentre dormiva sotto effetto di ansiolitici «potenzialmente idonei a compromettere le capacità di difesa». Ora bisogna vedere quali elementi sul cadavere, a distanza di 140 giorni dal decesso, possono ancora essere trovati a sostegno della tesi del soffocamento non violento.

Il corpo tenuto in un luogo asciutto

Si fa strada l'ipotesi che la donna possa essere stata soffocata, forse con un cuscino, data l'assenza di segni sul collo o altre ferite visibili, ma bisognerà ancora attendere: «Medicina legale sta ancora lavorando», spiega una fonte all'Adnkronos. Accertamenti che dovranno far luce oltre che sulle cause del decesso anche nel ricostruire dove la donna, uccisa l'8 maggio, sia stata poi 'nascostà fino al ritrovamento vicino al fiume Oglio avvenuto l'8 agosto. Gli investigatori sono certi che il corpo sia stato tenuto «in un luogo più asciutto, sempre all'aperto ma più riparato» e che le forti piogge di inizio agosto lo abbiano trascinato verso la riva, in una zona già battuta dalle ricerche iniziali di soccorritori e volontari. Resta da stabilire anche in che modo i tre arrestati abbiano trasportato il corpo senza vita dalla casa di Temù - dove per l'accusa è stata uccisa - alla zona boschiva. Domande alle quali potrebbero rispondere i tre in carcere - finora sono rimasti in silenzio - che martedì saranno interrogati per la prima volta dal gip di Brescia Alessandra Sabatucci.

Laura Ziliani, la figlia disabile nel mirino delle sorelle

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La sorella disabile

Silvia e Paola Zani, le due sorelle di 27 e 19 anni accusate dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere della mamma Laura Ziliani, dal momento dell’arresto non hanno più aperto bocca e altrettanto ha fatto Mirto Milani, in isolamento a Canton Mombello, fidanzato della maggiore con una relazione nascosta con la minore. Un «trio criminale» che ha mentito, manipolato, provato a depistare le indagini e secondo il gip è colpevole non solo della morte dell’ex vigilessa di Temù: «La loro condotta, già di per sé di indicibile gravità, risulta ancor più odiosa perché, così agendo, gli indagati hanno privato Lucia Zani, disabile e in tutto dipendente dalla madre, dell’unico genitore superstite», si legge nell’ordinanza.

Lucia è la figlia di mezzo e ha difficoltà sin dalla nascita. Con la scomparsa di Laura Ziliani, che avrebbe garantito agli indagati una vita in vacanza grazie al suo patrimonio immobiliare, per i tre la ragazza diventa un problema. Al telefono Mirto Milani, preoccupato, paventa il rischio che la nonna Marisa o gli zii Michele e Massimo «possano farsi avanti per diventare tutori della terza sorella Zani, affetta da gravi patologie». Una prospettiva economicamente spaventosa per il trio: in base alle accuse hanno eliminato l’ex vigilessa per appropriarsi dei suoi soldi, con la scelta di un tutore il tesoretto si sarebbe eroso e non avrebbero più avuto la gestione totale. «Oltre all’usufrutto completo dell’appartamento della madre a Brescia - scrive il gip - Lucia Zani possiede con le sorelle le altre proprietà della mamma. L’eventuale nomina di un parente estraneo alla stretta cerchia familiare come tutore avrebbe impedito agli indagati di amministrare a loro piacimento il patrimonio immobiliare».

 

Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 10:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA