Pordenone, insegnante muore per Covid a 47 anni: Fabio Piva si era contagiato in ospedale

Mercoledì 15 Dicembre 2021 di Michelangelo Scarabellotto
Il sindacalista Fabio Piva

SACILE - Non ce l'ha fatta Fabio Piva, 47 anni insegnante al Centro territoriale per l'educazione degli adulti di Sacile, che lascia la moglie Alessandra Rubinetto e i figli Bruno di 11 e Andrea di 13 anni. Il virus implacabile che lo ha contagiato durante il suo ricovero di fine novembre per una polmonite nella 2 Medica dell'ospedale di Pordenone, ha vinto quella sua grande voglia di vivere, di lottare che dal gennaio scorso lo avevano aiutato a superare momenti difficili.

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IL CALVARIO
Il calvario per Fabio è iniziato a gennaio quando «dopo una banale caduta causata da un movimento sbagliato - ricorda la moglie Alessandra - la Tac a cui è stato sottoposto ha evidenziato la presenza di 2 cisti alla testa, una esterna che è stata tolta, l'altra più interna rimasta dov'era».

Fabio, con atteggiamento ottimista, non si è perso d'animo, e una volta dimesso ha ripreso la sua vita normale, in famiglia, nell'insegnamento, nell'impegno sindacale che, ricorda la moglie, «ha mantenuto in video conferenza dall'Ospedale subito dopo l'intervento». Nonostante tutto non si è mai perso d'animo e con grande coraggio ha ripreso le sue attività intervallate dalla chemioterapia al Cro di Aviano.

IN CARROZZINA
A maggio una nuova caduta dovuta ai problemi di cui soffriva gli ha procurato una semiparesi che lo ha costretto in carrozzina. «Nonostante questo - ricordano papà Romano e mamma Anna Maria - che gli sono sempre stati vicini, Fabio non ha perso il buon umore. Era lui a farci coraggio, dicendoci di non preoccuparci perché si stava riprendendo». Improvvisamente a fine novembre la polmonite che, viste anche le sue condizioni generali, lo porta al ricovero nella 2 Medica di Pordenone. «Fabio era negativo - assicura la moglie - lo avevano constatato al momento del ricovero. Il virus era comunque in agguato e dopo una breve agonia alle 4 del mattino di ieri, 14 dicembre, ce lo ha portato via».

Quella di Fabio è stata una vita sia pur breve, intensa. Sacilese doc fin da giovane ha amato la politica, prima nelle file della Margherita poi in liste civiche: è stato anche candidato alle penultime elezioni amministrative. Dopo la laurea in Scienze dell'educazione e della formazione primaria, a Pordenone e Udine, l'impiego al Centro per l'educazione permanente degli adulti nella sede di viale Zancanaro.

Nel 2005 il matrimonio con Alessandra, quindi la nascita di Andrea poi di Bruno. «Lui era l'immagine chiara di papà - sottolinea mamma Alessandra -. Una famiglia che viveva unita nella abitazione di via San Michele, che Fabio stava a poco a poco migliorando nell'arredamento, tanto che la prima caduta - ricorda - era stata causata da un movimento sbagliato mentre stava sostituendo un vecchio mobile nella cameretta dai bambini». Ma Fabio era anche impegnato nel sociale: attivista nella Uil aveva un rapporto costante con gli associati che teneva informati sulle nuove disposizioni. Purtroppo non è ancora possibile fissare alcuna data per il funerale in quanto, anticipa la moglie Alessandra, «prima dovremo sottoporci tutti a tampone e questo allunga il nostro dolore».

IL VOLONTARIATO
Il sindaco Carlo Spagnol, ricorda di aver «conosciuto Fabio ai tempi dell'Oratorio, ragazzo impegnato nell'associazionismo, nell'Azione cattolica e nel Gruppo di animazione dei giovan». Il mondo del volontariato dedicato ai giovani si è espresso anche nella scelta della professione di insegnante. Ricordo anche il suo interesse vivo per il mondo della politica locale, che si è tradotto nel suo interesse per le vicende amministrative. Alla famiglia il cordoglio mio personale e dell'amministrazione comunale».

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