Ergastolo all'infermiera killer di Piombino. Lei piange in aula: «Non ho fatto nulla»

Venerdì 19 Aprile 2019
Ergastolo all'infermiera killer di Piombino: condannata per 4 delle 6 morti sospette

L'infermiera di Piombino Fausta Bonino è stata condannata all'ergastolo per quattro delle morti sospette di pazienti in corsia e assolta per altri sei casi, perché il fatto non sussiste. Assolta, inoltre, dall'accusa di abuso d'ufficio. Dopo cinque ore di camera di consiglio questa è la sentenza del giudice Marco Sacquegna che chiude il processo tenutosi in rito abbreviato. L'infermiera era imputata di omicidio volontario plurimo per i decessi di 10 pazienti nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Piombino tra il 2014 e il 2015.

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Lei piange in aula. «Non è giusto, non ho fatto nulla».

Così, parlando in lacrime, l'infermiera Fausta Bonino all'uscita dall'aula del tribunale di Livorno dopo aver ascoltato la sentenza di condanna all'ergastolo per le morti in sospette in corsia all'ospedale di Piombino. La donna era accompagnata dal marito e da uno dei due figli.



La difesa della donna ha sempre sostenuto l'impossibilità tecnica del coinvolgimento dell'infermiera e aveva chiesto l'assoluzione per non aver commesso il fatto per 9 dei pazienti deceduti e in un caso perché il caso non sussiste. «Ci ha sorpreso il frazionamento dei casi - ha commentato l'avvocato difensore Cesarina Barghini - e certamente faremo appello». Fausta Bonino venne arrestata in carcere il 30 marzo 2016 dal Nas dei carabinieri in esecuzione di un'ordinanza del gip di Livorno che la accusava di aver causato la morte di 13 pazienti (poi saliti a 14 e quindi ridotti a 10 alla chiusura delle indagini) nel reparto di rianimazione all'ospedale di Piombino dove l'infermiera lavorava. I decessi erano avvenuti per emorragie improvvise e letali che, secondo le ipotesi degli inquirenti, sarebbero da riportare alla somministrazione di massicce dosi di eparina, anticoagulante che a parte dei pazienti morti in corsia non risultava prescritto dai medici.

Le indagini del pm Marco Mannucci e del Nas dei carabinieri individuarono attraverso una serie di indizi Fausta Bonino come responsabile degli omicidi, in particolare attraverso circostanze concordanti: iniezioni di eparina, presenza in reparto della Bonino e morti avvenute poche ore dopo la somministrazione. Tuttavia presto, il 20 aprile 2016, l'infermiera venne scarcerata dal riesame e tornò libera. Nel giugno 2018 la procura di Livorno ha chiuso le indagini con 10 decessi attribuiti alla Bonino - accusata di omicidio volontario - mentre per gli ultimi tre venne indagato Michele Casalis, 52 anni, primario del reparto, accusato di omicidio colposo per non aver correttamente vigilato sul personale sanitario alle sue dipendenze e rinviato a giudizio il 18 gennaio scorso al termine dell'udienza preliminare. (ANSA).

Ultimo aggiornamento: 20:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA