Eitan, l'ultima fotografia: «Un team di psicologi per dirgli che ora è solo»

Mercoledì 26 Maggio 2021
Eitan, l'ultima fotografia: «Un team di psicologi per dirgli che ora è solo»

Il piccolo Eitan ha cominciato a svegliarsi. Lo ha fatto ieri, mentre circolava una foto che è un pugno allo stomaco: lui dentro la cabina della funivia, a fianco del bisnonno, pochi minuti prima dello schianto. Gliel'hanno scattata i genitori, per poi inoltrarla a un parente israeliano. Ora è la testimonianza di una giornata spensierata che nascondeva una tragedia indicibile. I medici dell'ospedale Regina Margherita di Torino, dove è ricoverato il bimbo di 5 anni unico superstite della strage del Mottarone, hanno ridotto gradualmente la sedazione: ieri mattina, dopo aver passato una notte tranquilla, Eitan era in condizioni stabili, «e questo - ha spiegato il direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle - ha portato l'equipe medica a iniziare l'iter per il risveglio». È un quadro che fan ben sperare. «Il risveglio è partito, la risposta del bambino è positiva.

Comincia a dare i primi segnali con colpi di tosse e alcuni momenti di respiro spontaneo. Ma in termini precauzionali stiamo andando con più calma e attenzione proprio perché la situazione del bambino è critica e la prognosi resta riservata. Il bambino è ancora intubato. Se andiamo avanti in questa maniera e resta stabile, l'auspicio è che riusciamo a estubarlo mercoledì mattina».

Ma oltre all'aspetto clinico è fondamentale considerare il supporto psicologico che il bambino dovrà avere sia al risveglio sia nel post risveglio. Non sarà facile per lui accettare l'idea che tutta la sua famiglia non c'è più. «La nostra equipe di psicologici del Regina Margherita ha affiancato l'equipe anestesiologica durante il risveglio del bambino. E successivamente prenderanno in carico sia lui sia la famiglia. Nei primi momenti con Eitan non c'era nessuno perché era prioritario l'approccio terapeutico. I parenti sono in una struttura dell'ospedale e sono stati coinvolti nel momento del risveglio». Purtroppo, come confermato dallo stesso direttore della Rianimazione pediatrica del Regina Margherita, il bambino rimane in pericolo di vita, motivo per cui non viene sciolta la prognosi.
Oltre l'atrio dell'ospedale, i lunghi corridoi colorati dai disegni dei piccoli e il vetro del reparto di rianimazione, scorrono lente le ore decisive della lotta per la vita di Eitan Biran. A 5 anni, l'unico sopravvissuto della tragedia della funivia del Mottarone è stretto nel suo lettino. Nella lista delle 14 vittime c'è suo padre Amit Biran, 30 anni, studente di medicina di origini israeliane e responsabile della sicurezza per la comunità ebraica a Milano, sua mamma Tal Peleg, 27 anni, e il suo fratellino Tom, di soli due anni. Sono morti anche i suoi bisnonni, Barbara Konisky Cohen e Itshak Cohen, nonni di Tal che erano da pochi giorni in Italia per «fare i turisti».

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I parenti


Ma Eitan non è solo. Oltre il vetro c'è sua zia Aya, sorella di Amit che è da domenica sera con i suoi genitori in ospedale. Ha già annunciato che si occuperanno loro del bambino. «Cambierà tutto nella mia vita. Ho capito che ci sono cose più importanti». Forse un nuovo futuro in Israele, lontano da ricordi dolorosi. C'è anche la grande vicinanza della comunità ebraica, di Pavia, dove vivevano, così come quelle di Milano e Torino, che stanno fornendo alla famiglia tutto il supporto di cui necessita. E ci sono i medici, «gli angeli», che si dicono «cautamente ottimisti». Così li ha chiamati Dror Eydar, l'ambasciatore di Israele in Italia, che lunedì è arrivato con il governatore Alberto Cirio, insieme al quale ha rivolto una preghiera per il bimbo, come la famiglia ha chiesto a chiunque di fare. Lunedì è arrivata la notizia che tutti aspettavano. «La risonanza magnetica non ha evidenziato danni neurologici, sia a livello cerebrale sia del tronco encefalico». A scuola di Eitan l'unico pensiero è per lui. «Siamo stravolti da quanto è successo. Abbiamo chiesto ai genitori della nostra scuola di essere vicini al bimbo israeliano con la preghiera». Madre Paola Canziani, direttrice dell'Istituto Maddalena di Canossa di Pavia, esprime tutta la preoccupazione della scuola per il piccolo di 5 anni. «È un bambino pieno di entusiasmo, ha voglia di imparare e di conoscere, si vede che era seguito da una famiglia giovane e positiva».

 

 

Ultimo aggiornamento: 17:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA