NOVENTA DI PIAVE (Ve) Il pullmino si schianta contro un tir fermo in colonna e in A4 all'altezza del casello di San Donà-Noventa.
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LA DINAMICA
Sono all'incirca del 15.45 di ieri quando, qualche centinaio di metri dopo l'uscita dell'A4 in territorio di Noventa di Piave, il furgone donato dal Lion's Club piomba sul camion che è in movimento lento a causa della coda in direzione Trieste, che si è formata perché poco prima di Portogruaro un mezzo pesante era andato parzialmente a fuoco per il surriscaldamento dei freni. Ad avvisare del tappo alla circolazione tra Meolo-Roncade e il bivio A4/A28 anche i pannelli a messaggio variabile. La circolazione è molto sostenuta perché è venerdì pomeriggio e molti autisti stranieri stanno rientrando oltre confine. «L'ho visto sullo specchietto retrovisore mi sono messo le mani sulla testa e ho aspettato il colpo» queste le prime parole che il camionista croato di 36 anni avrebbe rilasciato agli agenti della Stradale giunti pochi minuti dopo il terribile incidente dal vicino comando di San Donà. Non ha potuto fare nulla se non assistere all'impatto. La dinamica nella sua crudezza è chiara. Con ogni probabilità chi era alla guida del furgone o si è distratto oppure è stato colto da un malore improvviso: sull'asfalto non ci sarebbero segni di frenata. Il magistrato di turno della procura di Venezia una volta informato dell'accaduto ha disposto il sequestro dei due veicoli coinvolti. Ad attendere i parenti delle vittime a San Donà un equipe di psicologi predisposta dall'Ulss.
L'autostrada viene chiusa subito. Imponente la macchina dei soccorsi. Si sa che in scenari del genere il fattore tempo è determinante. Si spera fino all'ultimo. Con il passare dei minuti purtroppo non si parla di feriti, ma di vittime. Solo una persona viene estratta ancora in vita e trasportata in elicottero a Treviso. Negli occhi degli operatori lo sconforto davanti alla fila di cadaveri con il medico del Suem che deve stilare il certificato di morte.
IL CAOS
Le operazione di identificazione non sono facili. Poi quando il quadro si fa più nitido la sciagura assume, se possibile, contorni ancor più tristi e drammatici: a morire sul tratto maledetto dell'autostrada Venezia-Trieste sono persone che insieme a un volontario e a una accompagnatrice stavano andando al Lauco, uno dei borghi più caratteristici della Carnia per trascorrere alcuni giorni di vacanza. La viabilità va in tilt. In A4 direzione Trieste il serpentone che si forma è di una decina di chilometri e si registrano altri due incidenti, uno con un mezzo in fiamme. La situazione è al collasso anche sulle strade urbane dell'intero Veneto Orientale intasate sia dal traffico ordinario che da quello straordinario provocato dalla chiusura dell'autostrada. La dinamica dell'incidente è molto simile a quella di tanti altri incidenti avvenuti in questo stesso tratto di autostrada: nel 2021 sono state 21 le persone che qui hanno perso la vita, e altre 16 nei primi nove mesi di quest'anno. Tutti i giorni ci sono rallentamenti per traffico intenso o per lavori, i mezzi pesanti si incolonnano o si fermano bruscamente lungo la carreggiata, frequentissimi i tamponamenti, spesso ad alta velocità.