Violenza sulle donne, effetto Cecchettin: crescono denunce e misure preventive, stretta dell’anticrimine

Il bilancio 2023 dell’attività della Dac della polizia: boom di Daspo agli ultrà e sequestri alle mafie. Freno all’immigrazione illegale

Sabato 6 Gennaio 2024 di Camilla Mozzetti
Violenza sulle donne, effetto Cecchettin: crescono denunce e misure preventive, stretta dell’anticrimine

L’effetto Giulia Cecchettin che ha portato molte più donne vittime di violenza e abusi a chiedere aiuto.

Il cambio di passo degli operatori delle forze dell’ordine nel capire e analizzare i comportamenti devianti e deviati quando ancora sono agli albori. Le modifiche legislative che hanno permesso di perseguire molte più azioni potenzialmente pericolose. Perché la violenza di genere non è solo femminicidio. Ma questo si può prevenire ed evitare così come si possono evitare referti di 40 giorni di prognosi per percosse. Numeri e dati, elencati dalla Direzione centrale anticrimine della polizia di Stato, che attestano gli sforzi compiuti e i risultati ottenuti nel corso del 2023 e che tracciano la strada per il futuro con l’attenzione da mantenere elevata per fenomeni particolari, come la violenza di genere appunto o la criminalità minorile. A questo si aggiungono i controlli sul territorio, le operazioni condotte per disarticolare la criminalità organizzata, a partire da quelle contro “Cosa nostra” (tutt’altro che scomparsa, tutt’altro che silente). E poi ancora la lotta al traffico dei migranti, i “Daspo Willy” (ben 1.450), i “match” arrivati dai confronti dei Dna (quelli isolati sulle scene di numerosi crimini e le tracce genetiche già inserite nelle banche dati) che hanno permesso di risolvere svariati delitti. Un report nutrito che ha portato gli operatori nell’anno appena concluso (quasi 74 mila gli equipaggi dei reparti di prevenzione che sono stati impegnati) a controllare più di due milioni di persone, a eseguire 49 sequestri e 40 confische, che ha visto aumentare l’emissione dei Daspo sportivi (1.495 quelli del 2022, 2.513 quelli del 2023). Sono tre le grandi direttrici che potrebbero riassumere l’attività svolta, oltre alla prevenzione, nella repressione dei crimini.

La criminalità

«Il contrasto alle organizzazioni criminali - spiega Vincenzo Nicolì, direttore del Servizio Centrale Operativo (Sco) - come l’attività condotta l’8 novembre nell’operazione “New tower” che ha fatto emergere le precise indicazioni che Cosa nostra siciliana impartiva all’omologa operante nel distretto di New York, dimostrandosi tutt’altro che silente e poi le attività sulla ’ndrangheta per le infiltrazioni al Nord e il traffico di stupefacenti». Dirimente nella lotta alla criminalità organizzata, i sequestri di natura patrimoniale: più di 800 milioni di euro di proventi illeciti che erano stati reinvestiti nei diversi settori dell’imprenditoria sana di questo Paese sono stati sequestrati. «Uno degli aspetti che è bene sottolineare - prosegue Nicolì - riguarda le difficoltà che le organizzazioni hanno nel trovare canali dove reinvestire i proventi illeciti». Ci sono poi i risultati ottenuti contro il traffico dei migranti grazie alla collaborazione con gli investigatori libici e tunisini che «hanno portato a registrare - conclude il direttore dello Sco - un calo sulle partenze dai rispettivi Paesi rispetto alla prima parte dell’anno». Negli ultimi tre mesi del 2023, poi, alcune operazioni ad alto impatto hanno riguardato ambiti particolarmente fastidiosi per i cittadini come i furti e le rapine anche a danno di portavalori nei territori di Foggia, Barletta, Andria e Trani. In tutto, le operazioni condotte contro la criminalità organizzata sono state 89, con 820 arresti, 75 quelle contro il traffico di stupefacenti con 858 misure cautelari. Poi i reati contro la persona e a sfondo sessuale: 47 operazioni, 13 delle quali contro baby gang per 150 arresti di cui 46 minori. 

Minori e tifoserie

Proprio i minori e la deriva criminale che investe alcuni gruppi senza far di questi (ancora) delle vere associazioni è un punto dirimente su cui si sta concentrando l’attività investigativa e di prevenzione anche a fronte di misure del governo come il decreto Caivano. L’analisi dei social che hanno modificato il classico “linguaggio” delle intimidazioni. Così come l’attenzione alla violenza, anche quella che si palesa negli stadi, fra tifoserie: i provvedimenti emessi dopo gli scontri nell’area di servizio “Badia del Pino Est” o quelli a Napoli dopo l’incontro di Champions League. Nel novero delle attività condotte sia sul fronte della repressione sia su quello della prevenzione la tecnologia ha giocato un ruolo fondamentale. «Sui controlli del territorio - spiega Francesca Fava, direttore del Servizio Controllo del Territorio - quest’anno sono stati formati 85 negoziatori, figure che verranno aumentate perché necessarie nell’affrontare situazioni cosiddette “critiche” mentre le dotazioni dei tablet alle pattuglie hanno permesso di velocizzare i controlli saltando il passaggio di verifica su eventuali precedenti con l’operatore della singola sala operativa». E infine il lavoro svolto dalla scientifica: le attività di dattiloscopia e genetica forense hanno permesso, tramite anche il confronto di impronte e Dna, di arrivare al “match” per 222 casi. Ovvero arrivare a definire gli autori di altrettanti reati. Ben 332.156 sono stati i fotosegnalamenti, 453.518 gli accertamenti dattiloscopici. 
LA REPRESSIONE
«Per una delle “mission” della Dac - commenta Luigi Rinella, direttore del Servizio Polizia Scientifica - la biologia e la sua analisi rappresentano uno strumento incredibile di repressione anche per i reati contro il patrimonio. Dei “match” eseguiti, 57 sono stati possibili grazie al confronto con le banche dati estere». Le evoluzioni sulle tecniche di analisi del Dna hanno permesso di risolvere casi come «l’omicidio Grudniewski - conclude Rinella - o risalire alla cronologia dei delitti delle tre prostitute uccise al quartiere Prati di Roma e ancora grazie all’intelligenza artificiale è stato possibile identificare l’accoltellatore della turista israeliana», ferita un anno fa dentro alla stazione Termini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA