Ore 10,28,. L'ex carabiniere Giuseppe Di Bello si inoltra dove nessuno finora si era spinto nelle ricerche del piccolo Gioele Mondello, nella boscaglia più fitta, nei pressi di Caronia, nel Messinese.
Il corpicino che quasi certamente appartiene al bambino di 4 anni era straziato «dagli animali selvatici. È stato un dono di Dio, ritrovarlo», aggiunge il carabiniere in congedo. Gli animali, anche cani e maiali, potrebbero aver trascinato il corpo fin lì, a circa 700 metri dal tralicco dove è stata trovata la mamma.
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«È stato straziante vedere quel tronco di bambino senza arti, con un pezzetto di femore e null'altro», racconta uno dei soccorritori. «C'è anche un ciuffo di peli, non si sa se sono del bimbo o di un animale accanto ai resti».
Il procuratore di Patti: «Perché trovato da un volontario? Lo appureremo»
«Appureremo anche questo ma a me in questo momento non interessa chi lo abbia cercato o trovato, l'importante è averlo trovato. Noi abbiamo sempre detto che tutto conduceva a questo posto è abbiamo detto che dovevamo insistere nella ricerca. Non ci interessa chi lo ha trovato». Lo ha detto il procuratore di Patti Angelo Vittorio Cavallo dopo il ritrovamento dei resti umani del bambino rispondendo alla domanda dell'Adnkronos sul perché fosse stato un volontario a trovare il corpo nonostante le ricerche di decine di soccorritori professionisti. «Vi garantisco che la condizione dei luoghi è difficile», dice ancora Cavallo.