Torremaggiore, l'amica di Gessica: «Lasci un vuoto che non sarà mai colmato»

Gessica ha pubblicato l'ultimo post alle ore 21 su BeReal: la teenager era alla Pineta per una passeggiata

Martedì 9 Maggio 2023
Torremaggiore, Gessica Malaj uccisa dal padre. L'amica Giò: «Lasci un vuoto che non sarà mai colmato»

Uccisa per difendere la mamma dalla furia omicida del padre: i compagni di scuola ricordano Gessica Malaj. Un telo bianco con una scritta nera fatta con una bomboletta spray: «Jess vive dentro di noi per sempre».

Come contorno tre cuori e la firma «3A». È lo striscione che stamattina i compagni di classe di Jessica hanno appeso sulla recinzione esterna del liceo classico Isiss «Fiani-Leccisotti» a Torremaggiore in provincia di Foggia. L acompagna di banco Giò ricorda la 16enne:«Sembra un brutto ogno, invece è tutto vero».

Cosa è successo

La 16enne Gessica Malaj è stata uccisa ieri - 7 maggio - a coltellate dal padre mentre cercava di fare da scudo alla mamma, che è rimasta ferita. Assieme alla ragazza è stato ucciso Massimo De Santis, di 51 anni, gestore di un bar, con il quale il presunto assassino, Taulant Malaj, panettiere albanese 45enne, riteneva che la moglie avesse una relazione extraconiugale. Alla furia omicida dell'uomo, che si trova in carcere, è sfuggito il figlio di 5 anni della coppia, che l'assassino avrebbe cercato invano per ammazzarlo.



Con il passare delle ore emerge che alle forze di polizia non erano mai giunte denunce per maltrattamenti in famiglia. I residenti nello stabile di via Togliatti, a Torremaggiore, descrivono marito e moglie come una coppia serena. «Non abbiamo mai sentito litigi», racconta all'Ansa un vicino di casa. De Santis viveva nello stesso stabile, all'ultimo piano, della famiglia Malaj. In paese raccontano di una presunta relazione tra i due e del fatto che più volte l'albanese avesse intimato alla donna di smettere. Sul punto sono ancora in corso le indagini dei carabinieri dalle quali non emergerebbero elementi che facciano ipotizzare l'esistenza della relazione sentimentale parallela.

 

 

In ricordo di Jess

Jess la mite, la cortese, la silenziosa. Gessica è nata e cresciuta in terra di ulivi, dove 17 anni fa, un anno prima che lei nascesse a San Severo, si sono trasferiti papà Taulant e mamma Tefta per cercare una vita migliore. Avevano lasciato l’Albania per l’Alto Tavoliere delle Puglie, due valigie e un lavoro tutto da inventare. Era fiera di quel suo padre panettiere che si è fatto da solo partendo da sotto zero.

Una ragazza che pensava alla scuola e alle amiche del Plaza Cafè per il drink della sera. «Le ore passate insieme a decidere cosa indossare per uscire… interi pomeriggi a parlare preoccupate di come sarebbe andato il giorno dopo a scuola», racconta Giò, la compagna di banco che con lei condivideva questo e quello, fuori e dentro l’aula. Jess e Giò, amiche per la pelle. «Piango da tutto il giorno sperando di riaprire gli occhi e sentire la tua voce, che dice Giò hai fatto solo un brutto sogno, sono qui. Invece è tutto vero…». Jess era orgogliosa del liceo classico che frequentava con buoni risultati.

«Studentessa responsabile e se ci scappava il voto negativo si impegnava per rimediare», ricorda il professor Carmine Collina, preside dell’Istituto Fiani-Leccisotti dove lei stava terminando il terzo anno e dove ieri i compagni di scuola hanno appeso uno striscione: «Jess vive dentro di noi per sempre». Non drammatizzava mai, dice Giò, e dimenticava sempre la penna.  «Ricorderò tutti i momenti passati insieme — prosegue l’amica — dai litigi per quella stupida matita alle risate per una insufficienza presa insieme».

E poi c’era il fratellino, arrivato cinque anni fa. «Succedeva che talvolta rimanesse a casa da scuola per stare con lui, se la madre doveva lavorare… fa la badante e le pulizie mi pare», ricorda un’altra del giro del Plaza che preferisce non dire il nome. Sabato era giorno di libertà. E lei se n’è andata alla Pineta per una passeggiata che ha immortalato con un post, sul social BeReal, pubblicato alle 9 di sera. È l’ultima sua foto prima dell’immagine tremenda che la vede sdraiata a terra a pancia in su sul pavimento di casa, un braccio a coprire il volto e la madre che a fatica le si avvicina e, ferita, adagia la testa accanto a lei sussurrando qualcosa. Tragico e struggente. Lei ha fatto da scudo alla madre, dicono al Comando provinciale dei carabinieri. Lui le ha sferrato cinque coltellate, al torace e all’addome, e lei è stramazzata a terra come una bambola rotta. È morta in ambulanza. «Anche noi difensori siamo sbigottiti. Anche perché il rapporto fra padre e figlia è sempre stato eccellente. Lui era innamorato di lei», si stupisce l’avvocato Giacomo Lattanzio che difende il padre assassino con il collega Michele Maiellaro.

Oggi è qui, dagli zii di Jessica, a cercare un bandolo della matassa: «In quella casa sembravano tutti tranquilli ed educati. La ragazza garbatissima, il padre teneva tantissimo a lei, di recente aveva comprato la macchina cointestandola alla moglie. I familiari sono in una condizione drammatica, distrutti dal dolore. Lo zio si è sentito due volte male». Conferma il giudizio sulla famiglia la senatrice Gisella Naturale del M5S che è pure cognata dell’altra vittima della mattanza, il barista Massimo De Santis.

Cos’è successo sabato notte?

Taulant dice che aveva un diavolo nel cervello. «No, secondo me ha voluto vendicare il presunto tradimento della moglie uccidendole i figli». Al sindaco di Torremaggiore, Emilio Di Pumpo, non risultano segnalazioni di alcun genere. Jessica, il fratellino, il padre, la madre. Sembravano un modello di riscatto. Ora lei non c’è più e Giò non si dà pace: «Mi mancano i tuoi messaggi prima di entrare a scuola, la tua risata,… lasci un grande vuoto che mai nessuno riuscirà a colmare».

Ultimo aggiornamento: 11:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA