Furbetti dei termosifoni, staccano il contacalorie per risparmiare sulle bollette: ecco cosa si rischia

L’obbligo di installare il contabilizzatore di calore per i condomini con riscaldamento centralizzato è stato previsto dal decreto legislativo 102/2014, ma c'è chi non lo rispetta

Martedì 17 Gennaio 2023 di Alessandro Rosi
Furbetti dei termosifoni, staccano il contacalorie per risparmiare sulle bollette: ecco cosa si rischia

«Tanto chi mi controlla?». Sono i furbetti dei termosifoni, che tolgono i contacalorie per risparmiare sulle bollette. «Se lo stacco, è come se non consumassi». Il contabilizzatore di calore, questo il nome tecnico, è uno strumento che misura quanto teniamo accesi i caloriferi, permettendo di pagare sul reale consumo anziché in proporzione ai metri quadrati. L’obbligo di installarli per i condomini con riscaldamento centralizzato è stato previsto dal decreto legislativo 102/2014. Come funzionano? Al loro interno ci sono delle sonde capaci di misurare la temperatura.

Chi imposta il coefficiente è il tecnico che ha lo ha applicato. Motivo per cui non si può modificare o controllare. Così c'è chi decide di toglierlo.

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Furbetti dei termosifoni, cosa rischia chi stacca il contacalorie

Quali sono le conseguenze giuridiche per chi commette tale violazione? «Il condomino che nella sua abitazione rimuove il contacalorie rende impossibile una corretta ripartizione delle spese», spiega l'avvocato penalista Marcello Bana, partner dello Studio Bana. «Nel caso non fosse possibile procedere con l’addebito della quota in capo al soggetto che ha rimosso il contacalorie (ritengo però che l’amministratore possa sempre ricorrere a strumenti alternativi come il consumo dell’anno precedente o i millesimi)».

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I reati configurabili

Il comportamento ha profili penali? «Si potrebbe ipotizzare a suo carico, quantomeno sotto il profilo del tentativo, il reato di furto previsto dell’art.624 del codice penale, che sanziona con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e la multa da € 164 a € 516 “chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto”». Per quale motivo? «Il comma due della norma, infatti, specifica che la legge penale considera cosa mobile ogni tipo di energia che abbia valore economico». E se il contacalorie viene rotto? «In questo caso potrebbe essere contestata la circostanza aggravante di cui al secondo comma dell’art. 625 codice penale, che comporta un aumento di pena da 2 a 6 anni e la multa da € 927 a € 1.500».

 

Chi può controllare e quali sono le responsabilità dell'amministratore

«Generalmente il controllo è in capo all’amministratore o ad un soggetto da lui delegato la lettura dei contacalorie», prosegue l'avv. Bana. Quali sono gli strumenti per intervenire? «L’assemblea condominiale deve deliberare, quale persona offesa, l’eventuale querela a carico del condomino (nel caso di reato aggravato sarà sufficiente la denuncia da parte dell’amministratore essendo il reato perseguibile d’ufficio)».

Ultimo aggiornamento: 22:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA