Fuga dal posto fisso e voglia di "comodità": in Friuli in 12mila si sono dimessi e hanno cambiato vita da inizio anno

C’è un “esercito” di persone che nei primi mesi di quest’anno ha deciso di scrivere una lettera, indirizzarla al proprio datore di lavoro e mollare il proprio impiego

Domenica 15 Maggio 2022 di Marco Agrusti
Fuga dal posto fisso e voglia di "comodità": in Friuli in 12mila si sono dimessi e hanno cambiato vita a inizio anno

Il fenomeno, in queste proporzioni, si può dire che non si sia mai visto. Almeno nella storia recente del lavoro del Friuli Venezia Giulia. C’è un “esercito” di persone - si legge su Il Gazzettino - che nei primi mesi di quest’anno ha deciso di scrivere una lettera, indirizzarla al proprio datore di lavoro e mollare il proprio impiego. Così, di punto in bianco. Più di diecimila persone che hanno detto basta, lasciando anche contratti a tempo indeterminato in tutta la regione.

Il tutto in un mercato del lavoro che si mostra particolarmente fluido, pronto a ricevere anche chi arriva dal cosiddetto “turnover” ma povero di risorse in altri settori. 


LA DINAMICA


Il dato è trimestrale e più o meno combacia con la coda dell’emergenza pandemica giunta fino all’abolizione dello stato di emergenza. E si scoprirà poi come il Covid c’entri eccome con la volontà di tanti lavoratori di lasciare improvvisamente il proprio impiego. Nel dettaglio, secondo l’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, sono 12.333 i cittadini residenti in Friuli Venezia Giulia che hanno deciso - in questi primi tre mesi dell’anno di mollare la propria occupazione sicura per cambiare vita o semplicemente posto. E il dato che fa ancora più specie è quello che si ottiene dal confronto con la media dei tre anni precedenti. C’è da considerare anche un altro fattore: durante i due anni di pandemia (quelli più duri e segnati dalle chiusure) i licenziamenti erano ad esempio bloccati. Il raffronto però dà le dimensioni del fenomeno, perché l’accelerazione è stata repentina: in tre mesi sono state registrate dimissioni volontarie dal mondo del lavoro per un 45,6 per cento in più rispetto alla media del triennio precedente. 


TIPOLOGIE


A cambiare sono perlopiù i lavoratori considerati giovani e adulti. Per capirci, non lascia il lavoro chi ha 50 o 60 anni. La media, infatti, oscilla tra i 25 e i 45 anni nella nostra regione. La ricerca del tempo libero, l’addio a una costrizione oraria, il recupero della sfera personale dopo il Covid e i lunghi lockdown, la ricerca di un mestiere magari meno faticoso oppure semplicemente la corsa a un’azienda che garantisca ancora il lavoro da casa o un sistema di welfare interno migliore. Ecco quali sono le ragioni che hanno spinto più di 12mila cittadini del Friuli Venezia Giulia ad abbandonare il lavoro fisso per cercare altro. Sempre nello stesso periodo, e sempre secondo l’Osservatorio regionale, sono stati 29.636 i contratti a termine che non sono stati più rinnovati dalle aziende che ne avevano approfittato nel corso del 2021. E questa è un’altra dinamica, figlia più che altro del momento di incertezza che è iniziato proprio nei primi mesi di quest’anno. Sono stati 2.447, invece, i lavoratori che sono stati licenziati per giusta causa. Un dato in aumento del 7 per cento ma molto contenuto, dal momento che l’anno scorso era ancora in vigore il blocco per il Covid. 

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PREOCCUPAZIONE


«Il fenomeno delle dimissioni - spiega William Pezzetta, segretario regionale della Cgil - ci preoccupa e dev’essere analizzato. Dobbiamo capire in che settore si concentrano i casi e non crediamo che si tratti solamente del desiderio di cambiare vita. È l’indicazione chiara di un malessere diffuso, che non possiamo sottovalutare assolutamente. Lo scopo degli ammortizzatori era proprio quello di evitare situazioni del genere». 

Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 11:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA