Fidanzati uccisi a Lecce, il killer: «Io, arrabbiato perché respinto. Lei mi disse, restiamo amici»

Giovedì 8 Ottobre 2020
Fidanzati uccisi a Lecce, il killer: «Io, arrabbiato perché respinto. Lei mi disse, restiamo amici»

«Il fatto di essere stato in qualche modo respinto da una tua compagna di corso può essere un ingrediente della tua rabbia?», domanda il giudice a Antonio De Marco, assassino reo confesso dei due fidanzati di Lecce. Il 21enne risponde senza tentennamenti: «Sì». Con passare del tempo comincia a delinearsi, se non il movente, almeno il motivo della furia belluina con la quale Antonio, studente universitario di 21 anni, ha ucciso il 21 settembre scorso, nel loro appartamento di Lecce, l'arbitro Daniele De Santis e la sua fidanzata Eleonora Manta.

Avevano 33 e 30 anni ed erano al loro primo giorno di convivenza nell'appartamento in cui lo stesso killer aveva abitato fino a pochi mesi prima assieme ad Eleonora e ad altri ragazzi.

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Dal verbale di interrogatorio di 71 pagine reso dall'assassino reo confesso davanti al gip di Lecce Toriello durante l'udienza di convalida del fermo per il duplice omicidio, il 21enne non spiega il movente delitto, ma parla di due delusioni d'amore.

Il killer: «Lei mi ha detto che dovevamo restare amici»

Alla domanda del giudice se avesse avuto una delusione amorosa, un amore non corrisposto, il 21enne aspirante infermiere risponde «Sì, un paio di mesi fa qui a Lecce. Una compagna di corso. Non ci sono uscito, ci frequentavamo nell'ambito universitario, ma lei mi ha detto che dovevamo restare amici». Aggiunge anche che ci teneva molto a questa ragazza.

Chiede il gip: «Durante il corso magari vi sedevate accanto, condividevate pensieri. Ad esempio questo può essere un ingrediente della tua rabbia? Il fatto di essere stato... neanche respinto, voglio dire, non è che ti ha negato l'amicizia, ti ha detto che non voleva essere fidanzata con te». De Marco risponde: «Si».

 

L'interrogatorio prosegue e prende la parola il pm Maria Consolata Moschettini alla quale il giovane confessa una seconda delusione d'amore avuta qualche anno prima, quando era studente alla Facoltà di Biologia. All'epoca si era invaghito di una ragazza liceale, più piccola di qualche anno, Eleonora. Anche in quel caso il giovane avrebbe dichiarato alla ragazza il suo interesse sentendosi rispondere che «stava pensando ad un altro» e di esserci rimasto male. Alla domanda del pm se quando Daniele De Santis gli presentò la fidanzata Eleonora (che aveva lo stesso noma della ragazza che lo aveva respinto) questo gli fece venire in mente la precedente delusione amorosa vissuta anni prima, l'indagato risponde con un secco «No».

Dagli atti emerge anche che il giovane, nel 2013 e nel 2019, era stato sottoposto a due interventi di artrodesi vertebrale, ovvero una stabilizzazione delle vertebre della zona lombare che lo aveva molto provato e, per questo, su indicazione dei genitori, era andato da uno psicologo di Casarano (Lecce), la sua città. «Ci sono andato solo per un giorno, più che altro per accontentare i miei genitori - ha detto al giudice - che dopo il secondo intervento, un giorno, mi hanno visto in preda ad una crisi di pianto e l'hanno associata alla patologia». De Marco ha rivelato anche ai magistrati di non aver mai avuto una fidanzata. Da qui forse la sua forte delusione per essere stato respinto per due volte: l'ultima volta due mesi prima di compiere l'atroce delitto di via Montello.​

Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 09:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA