Davide Bistrot, forte mal di testa e vomito: muore a 18 anni dopo la visita al pronto soccorso. I genitori: «Diteci la verità»

Il dramma a Belluno: i genitori del ragazzo chiedono chiarezza sugli "esami del sangue"

Sabato 14 Maggio 2022 di Davide Piol
Davide Bistrot, forte mal di testa e vomito: muore a 18 anni dopo la visita al pronto soccorso. I genitori: «Diteci la verità»

BELLUNO - «Vogliamo e pretendiamo di sapere la verità, perché non è giusto morire in questo modo». Barbara Vanz e Paolo Bristot sono i genitori di Davide Bristot, il 18enne di Sedico morto a casa sua la notte tra il 13 e il 14 luglio 2021 dopo essere stato visitato al Pronto Soccorso di Belluno per un forte mal di testa e vomito.

In una lunga e dolorosa lettera ripercorrono gli ultimi giorni di vita del figlio e le successive indagini, quasi archiviate e ora riaperte per nuovi accertamenti. L’amara verità, emersa di recente, è che sarebbe bastata un’analisi del sangue (forse) per salvargli la vita. Ma c’è un altro motivo per cui Barbara e Paolo hanno deciso di uscire allo scoperto: «Vogliamo chiarire alcuni importanti aspetti della nostra tristissima vicenda smentendo e ponendo fine a molte voci completamente fuorvianti di gente che non solo non è a conoscenza dei fatti, ma si è anche permessa di divulgare sui social le cause della morte di nostro figlio».

LE INDAGINI  - Nel corso delle indagini, coordinate dal pubblico ministero Simone Marcon, è stato accertato che il medico del Pronto Soccorso che aveva visitato Davide quel giorno ha avuto una condotta di «colpa grave per imprudenza e negligenza». È uno dei passaggi fondamentali della perizia redatta dal medico legale Antonello Cirnelli. In un altro punto si legge che è «cognizione elementare per qualsiasi esercente la professione sanitaria il fatto che un’alterazione dei parametri idroelettrolitici può causare il decesso per aritmia improvvisa». Il campione di sangue, prelevato al ragazzo quel giorno dall’infermiera del Pronto soccorso, non è mai stato esaminato. «Ci è stato detto – raccontano i genitori di Davide – che l’esame del sangue avrebbe consentito la semplice verifica dei valori mancanti (sodio, potassio, magnesio). Davide era un ragazzo giovane, sano, in forma. Una visita più accurata e, appunto, un semplice esame del sangue avrebbero potuto agevolmente suggerire la corretta diagnosi, anche in relazione agli altri evidenti sintomi che provava, come il mal di testa e il vomito. A quel punto, una semplice somministrazione delle sostanze carenti gli avrebbe potuto salvare la vita». Le conclusioni della perizia medico-legale disposta dalla Procura sono chiare: «La prestazione del medico che l’ha visitato in Pronto Soccorso risulta di fatto priva di una diagnosi, ed ancor prima, dell’attestazione di un corretto, scrupoloso e completo iter metodologico per addivenire alla diagnosi». Il ragazzo è entrato in ospedale che non si reggeva in piedi ed è stato dimesso che barcollava, tanto da aver bisogno di qualcuno che lo aiutasse a camminare.

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LE DOMANDE  - Si poteva fare di più? Secondo la perizia sì: «Il medico non ha identificato il problema ed i rischi ad esso connesso; nel contempo, nulla ha operato, in modo completo e risolutivo, perché ciò avvenisse. Il medico ha omesso di verificare la condizione ematochimica del ragazzo («nonostante sapesse – aggiungono Barbara e Paolo – che Davide non si fosse idratato durante e dopo la partita di beach volley») demandando poi ad altri l’esecuzione di ulteriori controlli (visita neurologica) senza avanzare, dal canto suo, la benché minima diagnostica». Queste conclusioni hanno spinto i genitori di Davide a documentarsi molto sull’argomento e a svolgere visite mediche per fare emergere un’eventuale predisposizione familiare. «Le risposte sono state sempre molto precise e univoche – aggiungono – per salvare il nostro amato Davide sarebbe bastata sola poca attenzione in più, un semplice esame del sangue sulla provetta con il prelievo che gli hanno effettuato ma che, purtroppo, è stato gettato praticamente subito». Rimane la speranza che i nuovi accertamenti chiesti dal gip possano far emergere quella verità che i genitori di Davide cercano disperatamente: «Non abbiamo le competenze né la presunzione di giudicare nessuno, ma la nostra convinzione è che Davide si sarebbe salvato con poca attenzione in più. La Procura farà il suo dovere, a noi purtroppo resta la sola certezza che, da quella sera, il sorriso di Davide non lo abbiamo più visto...».

 

Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 03:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA