«Mi hanno picchiato e tenuto bendato». Sono queste le parole di Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell'Università di Bologna arrestato a Il Cairo per propaganda sovversiva, come riporta La Repubblica. Il ragazzo dovrà restare in carcere come stabilito dal tribunale di Mansura, ma i legali continuano a tentare il tutto per tutto per scagionarlo.
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Il ragazzo ha spiegato di essere stato bendato per 12 ore, di essere stato picchiato sul viso. Gli è stato chiesto di spogliarsi e gli sono state fatte delle domande, a cui ha detto di non aver risposto, in merito alla sua ong e a dei post su Facebook. Ai giornalisti in aula dice che sta bene, ma prima di essere portato in cella riesce a spiegare dei dettagli choc: «Mi tengono in un posto terribile: una cella con 35 detenuti e un solo bagno. Un grande stanzone con una porta piccolissima».
Gli avvocati spiegano che sta molto meglio, ma è spaventato. A nulla è servito spiegare che le prove che lo avrebbero incastrato sono false e che di fatto è stato sequestrato e torturato, per la giustizia egiziana deve rimanere in carcere. I legali speravano che la presenza di istituzioni pubbliche straniere e della stampa avrebbero spinto a un rilascio, ma le cose sono andate diversamente.
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La street artist Laika: «Faceva così tanta paura?»
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Gli avvocati spiegano che sta molto meglio, ma è spaventato. A nulla è servito spiegare che le prove che lo avrebbero incastrato sono false e che di fatto è stato sequestrato e torturato, per la giustizia egiziana deve rimanere in carcere. I legali speravano che la presenza di istituzioni pubbliche straniere e della stampa avrebbero spinto a un rilascio, ma le cose sono andate diversamente.