Stupri Rimini, racconto choc della ragazza: "Bottigliata in testa, poi la violenza interminabile. Mi dicevano I kill you"

Martedì 5 Settembre 2017
Stupri Rimini, racconto choc della ragazza: "Bottigliata in testa, poi la violenza interminabile. Mi dicevano I kill you"
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Le parole dopo lo choc. L'incubo è cominciato con uno stentato «where are you from?» pronunciato da un ragazzo che «si è materializzato in maniera fulminea» davanti alla giovane polacca e al suo amico, seduti su un telo sulla spiaggia, ed è andato avanti per un tempo che alle vittime è apparso lunghissimo, durante il quale gli aggressori hanno picchiato il ragazzo e violentato lei con «brutalità e inutile cattiveria», come scrive il gip del tribunale dei minorenni di Bologna nell'ordinanza con cui ha disposto il carcere per i due fratelli marocchini di 15 e 17 anni e per il nigeriano di 16.

«Where are you from?». A questa domanda, ricostruisce la giovane polacca agli inquirenti, il suo amico risponde «from Poland». A quel punto - si legge nella deposizione - «l'uomo, sempre in inglese ci ordinava testualmente 'dateci il portafogli e i telefonì» e poi «repentinamente venivamo aggrediti dall' uomo che avevamo di fronte che subito colpiva» il ragazzo «al volto facendolo cadere a terra mentre dall'oscurità si materializzavano davanti a me prima due persone poi un terzo che mi immobilizzavano, buttandomi a terra, poggiandomi di schiena sulla sabbia e colpendomi con più colpi al volto, alla testa e sul corpo».

La ragazza - che riesce a vedere il suo amico lì vicino, «immobilizzato pure lui sulla sabbia con una persona sopra» - prosegue dunque il suo racconto, che è un racconto di violenze inaudite commesse a turno da tre aggressori che, dice, «mi tenevano per la gola quasi da strozzarmi, facendomi rimanere senza respiro». Una violenza «interminabile, durata più di venti minuti», durante la quale «mi dicevano in inglese 'I kill yoù e sentivo che il mio amico veniva picchiato brutalmente». «Stremata», «senza poter in nessun modo reagire neppure urlando», «senza forze ed impaurita, ma cosciente», la ragazza è stata quindi trascinata in acqua e poi di nuovo sulla spiaggia, immobilizzata ed ancora violentata. 

«UNA BOTTIGLIATA IN TESTA E POI LE VIOLENZE» Nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip per i minorenni di Bologna nei riguardi dei ragazzi che hanno confessato di aver partecipato agli stupri di Rimini - vicenda nella che coinvolge anche il congolose Guerlain Butungu - è riportata la denuncia della prostituta transessuale peruviana riguardo alla violenza sessuale subita il 26 agosto scorso. «Venivo avvicinata da quattro ragazzi - è il racconto della vittima - sicuramente non italiani, due dei quali neri e due bianchi.

Uno dei due ragazzi bianchi mi strappava la borsetta, mentre uno dei ragazzi neri mi ha preso per i capelli trascinandomi con forza oltre via Flaminia, dove vi erano dei cespugli rigogliosi. Io cercavo di oppormi ad entrare nel cespuglio, ma uno dei giovani mi colpiva alla testa con una bottigliata mentre un secondo mi sferrava un violento pugno allo zigomo sinistro. Continuavo ad oppormi ad entrare nel cespuglio ma mentre uno mi minacciava puntandomi il collo della bottiglia alla gola, l'altro, sempre tirandomi, mi trascinava nel cespuglio, oltrepassandolo». A questo punto la prostituta transessuale descrive dettagliatamente agli investigatori la violenza sessuale subita dai quattro che a turno si sono alternati nello stupro e nel tenerla immobilizzata. «Prima di andar via - ha raccontato la vittima - i quattro gettavano a terra la mia borsetta dalla quale avevano preso la somma di 40 euro ed il mio telefono cellulare». In un secondo momento, la prostituta transessuale ha aggiunto che «nelle parti intime» degli aggressori «vi era sabbia, come se fossero stati reduci da una giornata in spiaggia» e che una volta intuito le intenzioni dei quattro non ha più reagito.

Ultimo aggiornamento: 6 Settembre, 12:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA