Saman Abbas uccisa da chi avrebbe dovuto proteggerla. Il caso della ragazza pachistana di 18 anni, ammazzata perché avrebbe rifiutato un matrimonio combinato, continua ad arricchirsi di nuovi particolari.
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La confessione di Ijaz
Una violenza senza pari. E in attesa di scoprire se il corpo ritrovato vicino al capannone è il suo (oggi, mercoledì 23 novembre, verrà autorizzata l'estrazione), non sembrano esserci più dubbi sul come si sia arrivati al triste epilogo. Lo deciderà il tribunale, mentre gli avvocati continuano a raccogliere prove. «Parlerò, giuro su Allah, parlerò: da nove mesi sono disonorato», confida Ijaz a Danish Hasnain, non sapendo di essere intercettato. Poi ammette: «Non ho detto tutto» e aggiunge che si «suiciderà», se non potrà sentire sua madre. Il racconto agghiacciante dell'uccisione confermato anche dal fratellino della ragazza: «Urlava, le hanno tappato la bocca», ha confessato durante l'incidente probatorio.
Continua la caccia alla madre
Resta ricercata Nazia Shaheen, madre di Saman, anche lei accusata dell'omicidio della 18enne. Dopo la cattura del marito Shabbar Abbas, ora la polizia è alla ricerca della 49enne, che era tornata in Pakistan dopo la sparizione della figlia. La prima udienza del processo si terrà il 10 febbraio. Il pubblico ministero ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per i cinque imputati di omicidio e soppressione di cadavere. Si sono costituiti parti civili l’associazione Penelope, il fratello minore di Saman Abbas, la sindaca di Novellara, Elena Carletti e l’Unione delle comunità islamiche in Italia.
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— Leggo (@leggoit) November 23, 2022