Coronavirus, l'italiano rimasto in Cina è un 17enne: «Ha fatto il test, è tranquillo». Controlli sui 56 atterrati stamattina

Lunedì 3 Febbraio 2020
Coronavirus, l'italiano rimasto in Cina è un 17enne: «Ha fatto il test, è tranquillo». Controlli sui 56 atterrati stamattina

Sono tornati a casa i 56 italiani - tra questi anche 6 bambini - che hanno lasciato Wuhan a causa del coronavirus: l'aereo, un Boeing KC767A del q4esimo stormo dell'Aeronautica Militare con i nostri connazionali a bordo è atterrato intorno alle 10 di questa mattina all'aeroporto militare di Pratica di Mare. Uno degli italiani a Wuhan, un ragazzo di 17 anni, è dovuto restare in Cina perché con la febbre: il ragazzo si trovava ospite di una famiglia a 400 chilometri da Wuhan, nell'ambito di un progetto che prevede un anno scolastico all'estero.

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Il giovane ha raggiunto Wuhan per poter partire insieme al gruppo di italiani rimpatriati, ma poi non è potuto salire a bordo a causa della febbre. «Ha fatto il test e domani dovremmo avere il risultato.

La sua situazione è abbastanza calma, è curato da due signore italiane in un appartamento dell'ambasciata che è costantemente in contatto con lui», ha detto Stefano Verrecchia, capo dell'Unità di Crisi della Farnesina, facendo il punto in un collegamento in diretta con l'ANSA.
 
 

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"GLI ITALIANI SONO TRANQUILLI" I 56 italiani sbarcati a Pratica di Mare per poi essere trasferiti alla Cecchignola per 14 giorni di osservazione «sono molto tranquilli», ha detto Stefano Verrecchia. «Non è una quarantena - ha sottolineato - ma una forma di controllo della loro situazione sanitaria. È giusto che siano sottoposti a un monitoraggio per garantire la loro salute e quella pubblica». ​«Stanchi ma sollevati» per essere rientrati, sono apparsi gli italiani giunti a Roma da Wuhan a chi ha assistito allo sbarco a Pratica di Mare. 

Appena scesi dai due pullman, sono stati accolti da un'equipe munita di tute, occhiali protettivi e mascherine, gli italiani rientrati da Wuhan ed entrati nella città militare della Cecchignola. Il gruppo , partito da Pratica di Mare, indossava a sua volta lo stesso tipo di tute, mascherine ed occhiali. Il protocollo prevede per loro un isolamento nella struttura di almeno 15 giorni, con l'assistenza e il monitoraggio dei medici dello Spallanzani.

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LORENZO: TORNERO' PRESTO «Tornerò presto in Cina. Mi sono trovato bene, è stata solo una piccola disavventura». È sereno Lorenzo Di Berardino, lo studente di 22 anni di Pescara, tra gli italiani rientrati dalla Cina e che saranno tenuti in isolamento alla Ceccchignola. A riferire le sue parole sono i genitori, che aspettano - davanti alla struttura a sud della Capitale - l'arrivo del pullman partuto da Pratica di Mare. «Lo saluteremo guardandolo dal finestrino, per 15 giorni non potremo parlare con lui, ma lo saluteremo guardandolo al finestrino del pullman», spiega Giulio Di Berardino.

Dopo essere atterrato, Lorenzo ha fatto in tempo a mandare solo un sms alla madre con su scritto 'atterrati'. I genitori Alessandra Genco e Giulio Di Berardino, genitori di Lorenzo, a lungo non erano riusciti a parlare con il figlio che in mattinata è sbarcato dalla Cina. «Ma ieri pomeriggio siamo stati in videoconferenza con lui - spiega mamma Alessandra - perché era in giro per Wuhan con un'auto dell'organizzazione e Lorenzo ci spiegava che, malgrado la città fosse evidentemente svuotata, secondo lui si stava facendo troppo allarme. Ora siamo davanti alla Cecchignola in attesa di consegnare la valigia con dei cambi per lui, non abbiamo messo né salsicce né pecorino - chiude ridendo - perché la grande festa ci sarà solo quando sarà tornato a casa a Pescara». 

MOGLIE UNO DEGLI ITALIANI: SIAMO SOLLEVATI «Ho sentito mio marito, stanno fortunatamente tutti bene e sono sollevati. Al momento non andrò a Pratica di Mare, sarebbe inutile, nel senso che non potrei incontrare mio marito, dato che stanno svolgendo tutti gli accertamenti medici del caso. Siamo tutti sollevati in ogni caso». Lo dice Valeria Corni, moglie del modenese Michel Talignani, uno dei cinque emiliani che lavorano per un'azienda del comprensorio ceramico di Modena, atterrati questa mattina a Pratica di Mare.

Ci sono infatti quattro modenesi, e un reggiano, tecnici di un'azienda del comprensorio ceramico di Modena, fra i connazionali atterrati sull'aereo militare partito da Wuhan. Due dei cinque tecnici emiliani si trovavano a Wuhan da inizio gennaio, gli altri tre sono arrivati il 22 gennaio. Quando hanno provato a rientrare in Italia via aereo, la città cinese era ormai blindata per il virus i cinque hanno dunque atteso in albergo fino a ieri.

UN GIOVANE GORIZIANO: "SITUAZIONE DA FILM" C'è anche un ragazzo di 21 anni di Cormons (Gorizia), Riccardo Ancora, tra i 56 italiani giunti questa mattina a Pratica di Mare da Wuhan. Il giovane, studente di lingue orientali, si trovava in Cina per motivi di studio e per perfezionare la conoscenza della lingua. In realtà Ancora stava studiando a Pechino ma era andato a Wuhan per far visita alla famiglia cinese che lo aveva ospitato in passato, durante un progetto Intercultura. Qui era rimasto bloccato dalle autorità cinesi.

Da lì, come riportano i quotidiani Il Piccolo e il Messaggero Veneto, aveva lanciato messaggi di rassicurazione, sostenendo che, nonostante una situazione da film con trasporti bloccati, aeroporti e stazioni chiuse, la vita continua in modo quasi regolare. Ovviamente, evidenziava, i cittadini fanno molta più attenzione quotidianamente a seguire le indicazioni sanitarie fornite dalle autorità. Riccardo Ancora sarà, come gli altri cittadini giunti dalla Cina, sottoposto a un periodo di controlli sanitari.


BORSE KO Intanto le Borse cinesi sono crollate alla prova dei mercati dopo la lunga pausa del Capodanno lunare, quando la corsa dell'epidemia è ancora sostenuta. Shanghai ha perso in avvio l'8,7% e Shenzhen il 9%, mentre, sui mercati valutari, lo yuan ha sfondato quota 7 sul dollaro, fino a 7,0049 (+0,99%), malgrado la protezione predisposta dalla Banca centrale cinese (Pboc) che ieri ha preannunciato la maxi iniezione di liquidità per 1.200 miliardi di yuan (173 miliardi di dollari) per attutire i contraccolpi dell'epidemia sulla fiducia degli investitori.

361 MORTI IN TOTALE, PIU' DELLA SARS La Cina ha registrato 57 nuovi decessi nel conteggio della sola giornata di ieri, portando il totale a quota 361: gli ultimi aggiornamenti della Commissione sanitaria nazionale (Nhc) hanno inoltre segnalato 2.296 nuovi contagi accertati, per 17.205 casi complessivi. Mentre i casi sospetti sono cresciuti a 21.558 e le guarigioni a quota 475. I 361 morti, annunciati oggi dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc), hanno superato i decessi della Sindrome respiratoria acuta grave (Sars) che nel 2002-03 ne fece 349, secondo i numeri ufficiali dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Allo stato, i contagi totali del coronavirus sono 17.205, più del triplo dei 5.327 della Sars.

Nel primo giorno utile di ritorno al lavoro, sono almeno 24 le province e municipalità cinesi, come Shanghai, Chongqing e il Guandong, che invece hanno rinviato la ripresa delle attività economiche e produttive a non prima del 10 febbraio per i timori di contagio. Sono aree che nel 2019 hanno pesato per oltre l'80% in termini di contributo al Pil della Cina e per il 90% all'export. L'Hubei, cuore dell'epidemia, non ripartirà prima del 14 febbraio, sempre che non si richieda una «appropriata estensione» del periodo di ferie, ha scritto venerdì il Quotidiano del Popolo. 

"URGENTE BISOGNO DI MATERIALE MEDICO" La Cina «necessita urgentemente» di materiale protettivo e di equipaggiamenti medici con l'epidemia del nuovo coronavirus di Wuhan che continua a tenere un passo sostenuto, visto che i 361 morti attuali hanno superato i 349 della Sars del 2003, mentre i contagiati sono più di 17.000. «Quello di cui la Cina necessita urgentemente allo stato sono le maschere mediche, le tute protettive e gli occhiali protettivi», ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, in un briefing online con i media.

Ultimo aggiornamento: 14:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA