Chi l'ha visto, Benno Neumair e gli audio choc della mamma: «Aveva paura di lui». Il giallo delle chiavi dell'auto

Mercoledì 17 Marzo 2021 di Domenico Zurlo
Chi l'ha visto, Benno Neumair e gli audio choc della mamma: «Aveva paura di lui». Il giallo delle chiavi dell'auto

Chi l’ha visto, le ultime rivelazioni su Benno Neumair e sull’omicidio di Peter Neumair e Laura Perselli, i suoi genitori, i coniugi scomparsi a Bolzano. La trasmissione di Raitre, con una ricostruzione, ha mostrato il dialogo tra Benno e la sorella Madè, precedente alla sua confessione, in cui Madè espone al giovane i suoi dubbi su cosa è successo ai genitori, e gli chiede di giurargli di non sapere proprio nulla.

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Benno è nervoso, risponde male a Madè che sospetta di lui, sostiene di non sapere niente e di aver detto tutto alla pm. «Non mi provocare», le dice. «Perché, se ti provoco cosa succede?». «Succede che la famiglia è rotta», risponde lui. «La famiglia è rotta comunque perché molto probabilmente la mamma e il papà non ci sono più, forse è successo qualcosa di brutto», dice lei.

L’amico di famiglia e il prestito

In un dialogo tra Benno e la sorella Madè, Benno afferma di aver saputo che alcuni amici di famiglia avevano avuto un prestito dai loro genitori: «Grandi somme di denaro», afferma, «20mila euro e più».

Madè lo smentisce: «Ma no, sono 6mila euro, non mi sembra questa gran somma». Benno però cerca di spostare l’attenzione: «Non puoi mai sapere, questi mariti meridionali…». Qualsiasi cosa, pur di distogliere l’attenzione da sé.

La sceneggiata choc con Nadine

Nadine, una ragazza che Benno stava frequentando, a un certo punto si accorge che Benno le stava rubando soldi dalla carta di credito. Perciò lo affronta: lui afferma di essere stato pestato a sangue dai suoi amici, e per avvalorare la sua tesi si ferisce da solo, si preleva del sangue e se lo inietta sotto gli occhi, per simulare un pestaggio. Un comportamento inquietante, in seguito al quale viene ricoverato per tre giorni in Germania, dove viveva la stessa Nadine.

La madre lo racconta, in alcuni messaggi a un'amica. «L’altra sera si è autoleso, come per simulare un’aggressione - dice la mamma - un macello. Prima del medico è andata la polizia, sono capitati sei poliziotti addosso a Benno, col mitra. Lo hanno portato in psichiatria, hanno parlato di schizofrenia paranoide. Ma lui può uscire, lo hanno dimesso, per loro può tornare perché quando è calmo va bene. Cose folli! Sarebbero da denunciare». A quel punto Benno torna a casa e prima di arrivare le chiede se può dormire in camera da letto con i genitori. La mamma si sfoga: «Noi volevamo dormire in camera chiusi con la chiave, ora ha telefonato perché vuole sentirci vicino, vuole dormire nella stessa camera. Ha bisogno di affetto, lo so, ma quando diventa psicopatico, lì c’è da avere problemi. Abbiamo nascosto e messo via i coltelli, spero sinceramente che non succeda niente, perché di solito da solo non scatta se nessuno lo provoca».

 

Laura aveva paura del figlio

Sempre ad un’amica, stavolta in una lettera, Laura scrive che da settimane ormai la situazione è difficile: «Sono tre settimane che abbiamo Benno che vive con noi, siamo stati due volte in uno studio psichiatrico per un consulto. Ma la terapia inizierà solo a settembre per via del Covid, non sappiamo però quando farà effetto. Lui sta a casa, chiuso nella sua stanza, a volte viene con noi a passeggiare nel bosco, a volte no». «A volte ruba anche qualcosa, gli dici ‘questo è mio, non prenderlo’, ma lui lo prende e dice ‘no, mi avevi detto che potevo prenderlo’. Si convince che ciò che fa è giusto. Ora io e Peter stiamo andando a fare una passeggiata nel bosco, saremo fuori tutto il giorno - conclude - abbiamo bisogno di stare qualche ora da soli». Un dramma, per due genitori, quello di dover uscire di casa per scappare dal proprio figlio.

La lodocaina rubata

Poi c’è la testimonianza della dentista di Benno, che racconta che intorno alla metà di novembre aveva visitato il giovane e quest’ultimo gli aveva fatto domande insistenti sulla lodocaina, un anestetico usato in campo odontoiatrico. «Mi assentai dopo la visita per qualche minuto, e notai che quel flacone che avevo appena aperto, era sparito».

Le chiavi dell’auto

Uno dei particolari che hanno contribuito a incastrare Benno sono le chiavi dell’auto dei genitori. Peter e Laura non volevano che Benno prendesse la macchina, nonostante lui avesse chiesto più volte di poter uscire autonomamente e di non usare l’autobus, anche per via del coprifuoco alle 22. Ma loro non si fidavano. Una copia della chiave, la portavano sempre con loro: l’altra, l’avevano nascosta sotto un tappeto in casa, e viene trovata successivamente in una perquisizione. Per questo gli inquirenti capiscono che l’unico modo in cui Benno può aver avuto quella chiave, è contro la volontà dei suoi genitori.

Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 10:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA