Potrebbe esserci stato un quinto uomo coinvolto nel pestaggio di Willy Monteiro Duarte, ucciso a calci e pugni, a Colleferro. Almeno in base alla testimonianza di Emanuele Cenciarelli, l’amico che era con Willy e che ha subito insieme a lui l’aggressione del branco, del quale avrebbero fatto parte i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. La posizione di altre persone è già all’esame dei carabinieri, coordinati dalla procura di Velletri, che sta cercando di definire i ruoli. Di certo a chiamare i due fratelli è un ragazzo finora rimasto fuori dall’inchiesta, come è rimasto estraneo un altro amico dei Bianchi, pure presente in Largo Santa Caterina quella notte. E sullo sfondo rimane lo spettro del razzismo.
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Perché i due fratelli, tutti muscoli e tatuaggi, che su Facebook ostentavano auto veloci e abiti di marca, appassionati di arti marziali, noti per essere violenti e arroganti, non rappresentano solo visivamente un topos culturale. La procura di Velletri non ha contestato l’aggravante razziale per l’omicidio di Willy, ma l’ombra della prevaricazione razzista si legge tra le righe dei curricula giudiziari dei due fratelli: al loro attivo c’è un’aggressione a un ragazzo indiano, per il quale dovranno essere processati: stava per essere investito dalla loro auto che sfrecciava e aveva protestato. E' finito in ospedale con lesioni gravi. Mentre Marco si presenterà in aula il prossimo: ha pestato un ragazzo bengalese.
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