Viviana Parisi, il marito intercettato: «Se mi vogliono in tv devono darmi tanti soldi»

Sabato 4 Settembre 2021 di Valentina Errante
Viviana Parisi, il marito intercettato: «Se mi vogliono in tv devono darmi tanti soldi»

 Il delirio religioso, la malattia nascosta, due ricoveri e il rifiuto delle cure. Emergono dettagli drammatici dalla lunga richiesta di archiviazione della procura di Patti, che scrive la parola fine nella triste storia del piccolo Gioele Mondello e della sua mamma, la dj Viviana Parisi, trovati morti a Caronia, in provincia di Messina, lo scorso agosto dopo aver lasciato l'auto in una galleria. La famiglia annuncia l'opposizione, anche se, leggendo le oltre 500 pagine di intercettazioni e testimonianze, rimangono pochi dubbi sul tragico epilogo e sulla morte di Viviana e Gioele. Dagli atti, che ricostruiscono come la donna, ormai da anni in preda ad allucinazioni religiose, abbia ucciso il suo bambino per poi suicidarsi, emerge anche il contesto familiare nel quale il dramma si è consumato. Con Roberto Mondello, papà e marito delle vittime, pronto ad andare in tv a parlare del dramma che aveva distrutto la sua famiglia, ma solo per molti soldi.

E la sorella di Viviana che non rivela agli inquirenti che la donna aveva già tentato il suicidio.

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IN TV PER SOLDI
«Ma quale mille euro Roberto. Sì mille euro, ma non esiste. Almeno il più scarso dev'essere cinquemila euro. Se no non ci vado, non mi interessa, non mi sbatto. Ma tu lo sai quanto vengono pagate le persone là? Tu non hai idea». Così Daniele Mondello parlava al telefono con il cognato Roberto Parisi il 10 ottobre 2020, circa due mesi dopo la scomparsa della moglie e del figlioletto, dell'ipotesi di andare in tv. Daniele annuncia di avere incaricato l'avvocato di scrivere una lettera e aggiunge: «Io cerco loro molti soldi. Non mi interessa. Se mi vogliono... altrimenti non ci vado».
È il 18 marzo 2020 quando Daniele Mondello chiama il 118: «Mi serve un'ambulanza mia moglie sta malissimo, non lo so, le è venuta una crisi, dice cose allucinanti è fuori di testa ormai, è fuori di testa». Quel giorno, al pronto soccorso dell'ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, il medico scrive che la paziente è «in preda a un delirio mistico con manie di persecuzione. Il marito riferisce che la paziente si sente perseguitata da circa due anni», ma dal giorno prima ha avuto un peggioramento. A Viviana viene somministrato un calmante. Ma torna a casa, nonostante la richiesta di trattamento sanitario obbligatorio. Fino all'altro episodio, questa volta a fine giugno, quando manda giù otto pillole di psicofarmaci, tutte insieme. Lo dirà lei stessa al medico psichiatra a Messina. Ma sia lei che il marito Daniele chiederanno le dimissioni.


DELIRIO RELIGIOSO
A marzo all'ospedale arriva anche il parroco, padre Cleto, chiamato da Daniele. «In quel momento Viviana era sconvolta e pronunciava frasi senza senso del tipo: Padre Cleto è arrivato il tempo dell'Apocalisse», racconterà poi il sacerdote ai magistrati. Ma anche in ambulanza la donna ha mostrato il suo disagio, come emerge ancora dagli atti. «Viviana - ha riferito la dottoressa che si trovava sul mezzo di soccorso - aveva visto il simbolo medico del serpente all'interno dell'ambulanza e ne era rimasta molto colpita, evidentemente collegandolo alla figura di Satana, più volte evocata», scrive il procuratore Angelo Cavallo nella richiesta di archiviazione. «Durante il viaggio, la donna era abbastanza tranquilla. A un certo punto, la Parisi ha detto: Anche voi avete il serpente. Pure il serpente avete, con riferimento al simbolo riportato sul portellone posteriore dell'ambulanza. Ricordo - ha testimoniato il medico - che ha pronunciato questa frase parecchie volte, durante tutto il tragitto fino a Barcellona. Ripeteva questa frase continuamente con lo sguardo assente e le rispondevo che quello era semplicemente il nostro simbolo».

 

Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 09:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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