Vittorio Vallarino Gancia è morto a 90 anni, dal boom dello spumante al sanguinoso sequestro delle Brigate rosse

Domenica 13 Novembre 2022
Vittorio Vallarino Gancia è morto a 90 anni, dal boom dello spumante al sanguinoso sequestro delle Brigate rosse

Vittorio Vallarino Gancia è morto a 90 anni.

Era l'erede di Carlo Gancia, suo bisnonno, fondatore a metà dell'800 dell'azienda vitivinicola e inventore dello spumante.

Vallarino Gancia fu protagonista nel 1975 di un sequestro lampo da parte delle Brigate Rosse che per la sua liberazione chiesero un miliardo di lire. Gancia fu liberato il giorno dopo nel corso di un'operazione dei carabinieri in cui morirono l'appuntato dell'Arma, Giovanni D'Alfonso e la brigatista Margherita Cagol, moglie di Renato Curcio. Vittorio Vallarino Gancia per decenni ha guidato l'azienda di famiglia con sede ad Asti, in Piemonte.

 

Imprenditore che ha guidato l'attività di famiglia verso il futuro, protagonista di un sequestro lampo negli anni di piombo, Cavaliere del lavoro. Vittorio Vallerini Gancia, morto a 90 anni, era nato il 28 ottobre 1932 ed ha rappresentato la quarta generazione della famiglia a dirigere l'azienda fondata dal bisnonno, Carlo Gancia, nel 1850. Ha due figli, Massimiliano e Lamberto, entrambi dirigenti nell'attività di famiglia. Il suo impegno all'interno dell'azienda è iniziato nel 1957, con un primo incarico all'ufficio esportazione, dopo aver preso una laurea in scienze politiche all'università di Torino.

Nel 1967 è stato nominato direttore generale della F.lli Gancia & C. mentre nel 1973 è arrivato a ricoprire la carica di amministratore delegato e, nel 1984, di presidente. Nel 1975 è stato protagonista del sequestro, da parte delle brigate rosse, che si è concluso il giorno dopo con la sua liberazione, e che costò la vita l'appuntato dell'Arma dei carabinieri, Giovanni D'Alfonso. Anche la brigatista Margherita Cagol, morì nell'operazione di liberazione di Gancia.

Nella sua azienda ha dato grande impulso al progresso commerciale ed economico dell'azienda, alla quale ha anche impresso una radicale trasformazione tecnologica. Tra i titoli onorifici ricevuti si ricorda quello di cavaliere del lavoro e l'Ordine al merito della Repubblica italiana. Dall'anno successivo della sua nomina a dg (nel 1968) ha puntato sulla commercializzazione degli spumanti secchi.

Ha iniziato la produzione del Pinot della Rocca de Giorgi, diventato poi spumante doc. Nel 1980 ha creato il Pinot di Pinot, selezione dei migliori pinot italiani, aprendo un nuovo e importante mercato riservato agli spumanti secchi.

Nel 1984 ha avviato a Rutigliano, in provincia di Bari, l'Azienda Agricola Tenuta di Torrebianco. Nella tenuta comincia la coltura dei vitigni Chardonnay, Pinot, Sauvignon, dando un esempio seguito con successo dagli imprenditori pugliesi. È stato presidente di Federvini, di Unione vini e della Camera di commercio di Asti.

Ultimo aggiornamento: 14:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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