Vincenza, morta di parto a 43 anni: ginecologo indagato per omicidio colposo. Il compagno: «Voglio risposte»

La donna potrebbe essere stata uccisa da una emorragia interna subito dopo aver dato la vita al figlioletto

Sabato 20 Agosto 2022 di Leandro Del Gaudio
Vincenza, morta di parto a 43 anni: ginecologo indagato per omicidio colposo. Il compagno: «Voglio risposte»

NAPOLI - Vogliono capire cosa ha provocato un epilogo tanto amaro. Vogliono verificare eventuali responsabilità della morte di Vincenza Donzelli, la 43enne animatrice culturale deceduta la scorsa settimana dopo aver dato la luce al proprio figlio. Sono queste le motivazioni che hanno spinto la Procura di Napoli a notificare un avviso di garanzia a carico del ginecologo Luca Zurzolo, nel corso di una inchiesta aperta con l’ipotesi di omicidio colposo.

Tecnicamente si tratta di un avviso di conferimento di incarico per l’autopsia che è stata fissata martedì mattina, nel corso di un accertamento irripetibile. Si tratta di un atto dovuto, in una vicenda che va raccontata da una premessa: avvisi di garanzia e perizie di ufficio o di parte vanno considerati come un mezzo di verifica di una ipotesi investigativa e non come una sentenza di condanna a carico del professionista coinvolto. 

Vincenza Donzelli, morta di parto a Napol

Vincenza Donzelli, la famiglia nel processo

Con la prima mossa della Procura, anche la famiglia di Vincenza Donzelli avrà modo di entrare formalmente nel processo, nominando i propri consulenti per partecipare all’esame autoptico. Assistiti dai penalisti Mario Ivan Esposito e Gaetano Inserra, i congiunti di Vincenza si affidano ora più che mai alle conclusioni investigative e alle indagini tecniche per dare una spiegazione al dramma accaduto pochi giorni prima di Ferragosto.

 

Vincenza Donzelli, le indagini

Ma torniamo alle ipotesi investigative. Inchiesta condotta dal pm Mario Canale, magistrato in forza al pool coordinato dal procuratore aggiunto Simona Di Monte, si indaga per omicidio colposo. Sotto i riflettori il lavoro svolto dal ginecologo che ha seguito la donna e che ha operato all’interno dei locali della clinica Internazionale (che a questo punto va ritenuta estranea rispetto alle accuse ipotizzate in questa vicenda, assieme al Cardarelli, dove è stato tentato il disperato intervento per tenere in vita la donna, ndr). Stando a quanto emerso finora, Vincenza potrebbe essere stata uccisa da una emorragia interna subito dopo aver dato la vita al figlioletto. Almeno sulle prime, non si sarebbe trattato di un parto complicato, ma tutto si sarebbe svolto in condizioni definite ordinarie da chi ha avuto modo di stare accanto alla donna in un momento tanto delicato. Successivamente, le perdite di sangue e la gestione di una crisi su cui è logico pensare che si siano focalizzate le verifiche di queste ore. 

Probabile che al centro del cono investigativo ci sia la decisione di trasferire la donna dalla Internazionale al Cardarelli. Questione di tempistica. Quante ore sono trascorse dall’insorgere del problema al ricovero al Cardarelli? È stato perso del tempo prezioso? Domande di rito, in uno scenario investigativo che attende - al di là delle evidenze tecniche che emergeranno - anche la versione dei diretti interessati. E sono proprio le testimonianze che verranno raccolte a rappresentare l’altro aspetto di questa vicenda. Restiamo a quanto emerso in questi giorni, proprio dal racconto di chi ha trascorso gli ultimi mesi accanto a Vincenza.

Vincenza morta di parto, il dolore del compagno

Due giorni fa, è stato il compagno di Vincenza a raccontare l’assoluta serenità che ha scandito i nove mesi di gravidanza di Vincenza. Andrea Cannavale, produttore cinematografico e figlio dell’indimenticato attore napoletano, ha raccontato a Il Mattino della recente vacanza trascorsa al mare assieme alla compagna e del clima di assoluta armonia che aveva scandito gli ultimi mesi di vita. Serenità che non faceva presagire un travaglio complicato con una fine tanto dolorosa per tutti. Possibile a questo punto che, dopo aver esperito le indagini tecniche, venga ascoltata anche la voce di chi può attestare questo scenario di assoluta normalità. «Vincenza - ha spiegato Andrea - era felice e desiderosa di conoscere nostro figlio, nulla lasciava presagire quanto ci è toccato». Anima di Galleria Borbonica, innamorata delle suggestioni di Napoli sotterranea, Vincenza ha lasciato il vuoto in chi ha avuto la fortuna di incontrare il proprio sorriso. Amava offrire della città il suo volto migliore, svelare ai turisti e ai visitatori le meraviglie rimaste sepolte da millenni e lentamente affiorate grazie al sacrificio e allo studio di persone dotate della sua sensibilità culturale. Per lei - ha spiegato Andrea - una fondazione culturale in grado di unire affinità elettive e impegno civile per la valorizzazione della Napoli velata.

Ultimo aggiornamento: 21 Agosto, 10:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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