ROMA Un quarantenne domiciliato a Roma, nel quadrante Sud-est, ma residente in un altro Paese, con un quadro clinico che non presenta fragilità o patologie complesse o croniche. È questo l'identikit del paziente zero positivo al Monkeypox virus, ovvero il vaiolo delle scimmie.
Vaiolo delle scimmie a Roma, D'Amato: «Task force anti-infezione nessun rischio pandemia»
LE CONDIZIONI
Le sue condizioni tuttavia, trattandosi di un virus che si pensava fosse ormai debellato, non sono gravi. I sanitari che per primi ormai da due anni hanno iniziato a fronteggiare il Sars-Cov-2 non hanno ritenuto necessario, al momento, sottoporre il paziente ad una mirata terapia antivirale (che pure esiste con farmaci in parte sperimentali). Dunque il suo quadro clinico non è compromesso né desta allarmismi. Ma non potrebbe essere l'unico positivo al Monkeypox. Ci sono, infatti, altri due casi sospetti che però non hanno un link diretto con il paziente zero. In sostanza, tra loro e il positivo al vaiolo delle scimmie non pare ci siano stati contatti. Questo da una parte rassicura: non c'è un focolaio o un cluster anche se naturalmente - laddove uno o entrambi dovessero risultare positivi - si dovrà entrare più nel dettaglio.
Il vaiolo delle scimmie pur seguendo un contagio simile in parte a quello del Covid-19 (si può trasmettere infatti anche con le goccioline di saliva) non è così immediato. Il contatto deve essere prolungato e continuo e difficilmente ci si infetta venendo a contatto a una distanza ravvicinata con le goccioline di saliva di un positivo. Più facile contagiarsi attraverso liquidi biologici o lesioni o contatti diretti: dai baci al sesso. Come si è contagiato il paziente zero? Verosimilmente il virus è stato contratto alle Canarie. Dall'Istituto superiore di Sanità ed anche dallo Spallanzani invitano alla prudenza, soprattutto nei contatti stretti o sessuali, proprio perché questo virus si trasmette nell'uomo principalmente attraverso il contatto con i fluidi corporei.