Vacanza in Grecia finisce male: in rete i video dei rapporti sessuali di due turiste pugliesi

Martedì 6 Luglio 2021 di Roberta GRASSI
Vacanza in Grecia finisce male: in rete i video dei rapporti sessuali di due turiste pugliesi

Un’identità social “rubata”, video porno messi in rete, e il calvario di due ragazze brindisine, ancora senza soluzione o risposte. E’ la storia di una vacanza finita male, anzi malissimo, quella che è stata trattata in un processo a Brindisi al termine del quale un ragazzo napoletano è stato assolto dall’accusa di aver diffuso filmati hard su piattaforme web.

Resta un indagato per sostituzione di persona, colui il quale avrebbe creato il profilo da cui è partita la pubblicazione, ma rimangono dubbi rispetto alla ricostruzione puntuale dei fatti e alla individuazione precisa dei responsabili, problematica non di poco conto collegata alla difficoltà di indagare su reati informatici, specie quando i siti in questione hanno sede all’estero. 

Le vacanze


Riavvolgendo il nastro, questi sono i fatti. Nel 2018 due ragazze brindisine vanno in vacanza in Grecia, in estate. Lì conoscono altri quattro ragazzi del Napoletano. Si creano delle situazioni di intimità che vengono videoriprese. Le giovani affermano che l’utilizzo dei telefonini, in momenti assolutamente privati, non era stato da loro autorizzato. Erano state filmate a loro insaputa, insomma, mentre avevano rapporti sessuali. 
La vacanza finisce, si ritorna a casa, ognuno nella propria città. Qualche tempo dopo, sempre stando alla narrazione offerta alla polizia postale in sede di denuncia dalle vittime, appare su alcuni siti pornografici di libero accesso un video in cui le due, a quanto pare, risultavano riconoscibili. 
Ne viene chiesta la cancellazione, parte la formale querela e l’inchiesta della Postale, indirizzata a individuare chi avesse diffuso materiale estremamente personale. Si arriva a isolare un profilo, con un nickname che conduce gli investigatori a una persona fisica, un giovane di Napoli che viene quindi iscritto nel registro degli indagati e poi rinviato a giudizio dinanzi al giudice monocratico di Brindisi, Simone Orazio. La competenza si incardina sulla base della residenza delle persone offese, che si costituiscono parte civile nel giudizio. Durante il dibattimento, il difensore dell’imputato, l’avvocato Francesco Monopoli, ha rappresentato una verità differente da quella che appariva sui social. 

La versione dell'indagato


Il suo assistito aveva nel frattempo sporto denuncia per sostituzione di persona, affermando di non essere il proprietario di quell’identità utilizzata per postare video hard. Ha spiegato di non essere stato in vacanza in Grecia, quell’estate, ha ribadito di essere del tutto estraneo ai fatti. Effettivamente, dall’analisi degli indirizzi Ip, emerge che ad usare quel profilo, con tanto di immagini prelevate dal web, era stata un’altra persona. Che finisce sotto inchiesta solo per il “furto di identità digitale”, e non per la diffusione del video su cui sono in corso ulteriori indagini da parte della procura di Napoli. L’imputato principale è stato assolto con formula piena. Il pm aveva chiesto la condanna a un anno e sei mesi. Ma non risulta esserci la prova di un suo coinvolgimento. Nel frattempo la clip è stata eliminata dal web, non senza alcune difficoltà dovute alle condivisioni e al transito su piattaforme diverse. Pubblicata con una facilità estrema su siti che però hanno sede all’estero (a Panama, uno di questi) risulta ora difficile giungere a una soluzione del caso, senza una rogatoria internazionale. E il danno, nel frattempo, è fatto.

Ultimo aggiornamento: 7 Luglio, 14:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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