Umberto I, presidente del senato Schifani:
«Quanto accaduto è intollerabile»

Mercoledì 22 Febbraio 2012
Pronto soccorso del Policlinico Umberto I
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ROMA - Durissimo il commento del presidente del Senato Renato Schifani sul caso della donna trovata legata alla barella al pronto soccorso del Policlinico Umberto I: Ritengo necessario che si proceda con tempestivit alla rivisitazione della complessa struttura sanitaria. Quanto accaduto intollerabile - aggiunge - e mortifica l'individuo». Dopo la sospensione ieri dei due responsabili del pronto soccorso, il presidente della Regione Renata Polverini è tornata sul tema denunciando: «Noi avevamo individuato in un team di medici di medicina generale nei pronto soccorso un elemento di rafforzamento nei momenti in cui, come in questo caso, ci sono le influenze: nel Policlinico Umberto I non li hanno fatti lavorare». Polverini è stata convocata dalla commissione Affari sociali della Camera: tra le questioni sollevate da alcuni componenti della commissione, quella della sospensione dei soli responsabili del Dea del Policlinico Umberto I, stabilita dal direttore generale, che invece è rimasto al suo posto.



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Schifani: intervenire sulla struttura del Policlinico. «Occorre individuare al più presto - sostiene Schifani - la soluzione ad un problema, quello delle aree di emergenza e urgenza del pronto soccorso, che costituiscono il biglietto di presentazione di una buona sanità». A questo punto Schifani sostiene la necessità di rivedere la «complessa struttura» dell'Umberto I «promuovendo una nuova medicina del territorio che possa servire da filtro primario per non ingolfare le aree di pronto soccorso per patologie minori». «Anche se abbiamo una buona sanità - precisa il presidente del Senato - il nostro compito è quello di porre in essere tutti gli accorgimenti utili a migliorare un sistema che appartiene a tutti noi, che è un nostro patrimonio da difendere senza se e senza ma».



La denuncia di Polverini
. «C'è stata una barriera degli stessi medici che non hanno apprezzato questo sforzo della Regione perché ci sono situazioni e processi consolidati che portano a respingere novità - ha detto il governatore - Il Policlinico inoltre, diversamente da altre strutture, è universitario, e si scontra più che si incontra con l'organizzazione dell'Università che in qualche modo resiste a un sistema che ha bisogno di innovarsi». Polverini ha parlato anche della struttura del Policlinico: «Senza le gallerie, dal punto di vista organizzativo diventa quasi ingestibile, ci siamo dovuti attrezzare per sostenere lo spostamento dei pazienti all'interno del Policlinico con ambulanze. Questo aggrava il processo di riorganizzazione in corso».



Al via verifiche dei Nas al San Camillo e al Policlinico. I carabinieri dei Nuclei antisofisticazione e sanità (Nas) di Roma dovrebbero compiere domani o dopodomani una prima ispezione al pronto soccorso dell'ospedale San Camillo, secondo quanto si apprende, nell'ambito dell'inchiesta della procura sui reparti d'emergenza della capitale. I carabinieri svolgeranno una ricognizione sul numero di accessi al pronto soccorso e sui successivi ricoveri dei pazienti. In seguito, nei prossimi giorni, i Nas dovrebbero concentrarsi sul Policlinico Umberto I, l'altro grande ospedale di Roma al centro dei recenti casi di cronaca. Oggi il direttore generale del San Camillo è stato sentito dai pm titolari del fascicolo sulle presunte disfunzioni nei pronto soccorso, che per ora non ha nè ipotesi di reato nè indagati.



Novanta giorni di sospensione per i responsabili del pronto soccorso. La denuncia di Polverini arriva all'indomani della sospensione dalle funzioni per 90 giorni inflitta dal direttore generale del Policlinico Umberto I al direttore del Dea (Dipartimento emergenze e accettazione) Claudio Modini, e al coordinatore dell'area medica Dea, Giuliano Bertazzoni. «È una decisione ingiusta che andrà motivata. Ho sempre fatto tutto quello che era il mio dovere» aveva detto Modini che ieri aveva precisato: «Quella donna non era in coma».



Balduzzi: non è stata cattiva assistenza, ma disorganizzazione. «In attesa della relazione completa degli ispettori, non si è trattato di un caso di malpractice, cioè di cattiva assistenza sanitaria, che è stata completa e corretta - ha detto il ministro della Salute, Renato Balduzzi - ma la paziente non doveva stare lì più di tre giorni e noi non abbiamo riscontrato la richiesta di ricovero in reparto. Insomma, si è trattato di un problema di disorganizzazione, in particolare di un legame assente o imperfetto tra Pronto soccorso e reparti di degenza. Al Policlinico Umberto I non c'è grande fiducia tra pronto soccorso e reparti di degenza, il primo tende a trattenere i pazienti e i secondi agiscono in modo "isolato". Peraltro, il caso è accaduto anche perché l'Umberto I non ha protocolli per gli iperafflussi. Non è che manchi il personale capace, anzi: non solo ci sono grandi professionisti, ma nel caso del gruppo di studio nazionale sul triage, uno dei coordinatori è proprio dell'Umberto I».



Fials contro la sospensione dei due medici. «La sospensione dei due dirigenti medici del Policlinico Umberto I, Bertazzoni e Modini, non restituisce i tagli dei posti letto all'ospedale, non risolve la carenza strutturale dei reparti accorpati e non accorcia le attese al Pronto soccorso prima di essere visitati e all'occorrenza ricoverati». Lo dichiara in una nota il segretario regionale di Fials Confsal Gianni Romano che «promuove lo stato di agitazione permanente fino allo sciopero bianco del personale in servizio presso l'ospedale».



Sindacato medici: paghiamo sempre e solo noi. La sospensione di due medici dell'Umberto I «è emblematica del modo di gestire la sanità. Pagano sempre e solo i medici». Lo afferma il segretario nazionale del sindacato dei medici dirigenti Anaao-Assomed, Costantino Troise. «Ma il Direttore Generale - rileva Troise - poteva non essere a conoscenza di cosa accadeva normalmente nel suo Pronto Soccorso? E il Magnifico Rettore, che di fatto gestisce il Policlinico e senza la cui autorizzazione non si sposta neppure una sedia? Da anni ripetiamo che comprendere il personale medico nelle categorie sottoposte al blocco, più o meno totale, del turn over del pubblico impiego, è un'azione miope e controproducente».
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 20:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA