La uccise a bottigliate durante la rapina: chiesti 12 anni. L'ira del figlio: «Mi vergogno di essere italiano»

Martedì 2 Aprile 2019
Maria Ansaloni
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«Stiamo parlando di un omicidio, non di una rapina. È una vergogna e io stesso in questo momento mi vergogno di essere italiano». Quando in tribunale a Modena questa mattina si è chiusa l'udienza del processo che vede due persone imputate per l' omicidio dell'anziana madre, Simone Benati non ha nascosto la rabbia per la richiesta della pubblica accusa: 12 anni per il presunto esecutore del delitto, otto per il complice. Una richiesta che tiene conto della riduzione per il rito abbreviato e delle attenuanti generiche ritenute prevalenti sulle aggravanti. La sentenza è prevista per il 12 aprile.

LA STORIA
Maria Ansaloni, 79 anni, venne uccisa nel settembre 2017 a Finale Emilia, durante una rapina per un bottino di poche centinaia di euro. Sotto accusa sono due persone di origine marocchina, Hamza Driouch e Lamsid Ayoud. Per loro sono le richieste del pm Claudia Ferretti, che secondo il figlio della vittima rappresentano «un buonismo eccessivo, di fronte a un caso che già viene giudicato con l'abbreviato». I due ventenni si sarebbero fatti aprire la porta dall'anziana con la scusa di un bicchiere d'acqua.

L'anziana venne colpita alla testa con una bottiglia di vetro, per un bottino di contanti e un gioiello che successivamente Hamza ha fatto vendere a un "compro oro" di Milano da un altro giovane che conosceva e con il quale ha raggiunto il capoluogo lombardo in treno, come risultato dalle indagini. I soldi, 400 euro, sarebbero stati spesi, almeno in parte, la sera stessa per locali. In un primo momento la morte della pensionata era apparsa come accidentale. Forse, si diceva, conseguenza di una caduta mentre si trovava da sola nella sua abitazione di via Orazio Vecchi.

Alcuni elementi fecero però sorgere sospetti agli investigatori dei carabinieri, che cominciarono a seguire, anche dopo i rilievi del Ris, la pista dell'omicidio. Ipotesi rafforzata grazie al fatto che una residente della zona aveva visto Ayoud uscire dalla casa nel giorno della morte e a un orario compatibile con la stessa. Inizialmente erano stati sottoposti a fermo tutti e tre i giovani, ma il terzo è risultato poi estraneo all' omicidio e coinvolto solo in qualità di presunto ricettatore.

Hamza, principale imputato, è accusato di omicidio volontario, rapina e calunnia (per aver riferito una versione non credibile nel corso delle indagini).

Il prossimo 12 aprile il giudice potrebbe pronunciare il verdetto. «Spero che - le parole del figlio di Mirella Ansaloni, difeso dall'avvocato Valter Biscotti - la sua decisione sia differente dalle richieste che abbiamo sentito oggi».

Ultimo aggiornamento: 19:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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