Il più giovane aveva solo vent'anni e amava il suo lavoro: montare le gru, arrivando quasi a volare nel cielo. Filippo Falotico è uno degli operai morti ieri nell'incidente in cantiere avvenuto a Torino: è rimasto schiacciato dalla gru che è crollata al suolo, uccidendo, insieme al ragazzo originario di Coazze, anche Roberto Peretto e Marco Pozzetti.
LA TRAGEDIA
La tragedia, ieri mattina. A Torino, in via Genova, zona residenziale a due passi dal Lingotto, sono le 10. La gru è quasi stata montata. Manca poco alla fine del turno di lavoro. All'improvviso, il crollo. Il macchinario schiaccia i tre operai. Quando arrivano i soccorsi, Filippo respira ancora, ma le sue condizioni sono troppo gravi: i medici non possono fare nulla per salvarlo. Peretto, 52 anni, muore sul colpo. Anche Pozzetti, 54 anni, perde la vita. Mentre un collega delle vittime, Mirzad Svrka, 39 anni, resta ferito. Il braccio della gru colpisce un'auto: sfonda il tetto. Ma il conducente riesce a salvarsi e esce dall'abitacolo. Una donna viene colpita da un calcinaccio.
IL CANTIERE
Il cantiere sembra lo scenario di una catastrofe: una gru di spezzata in quattro tronconi, l'imponente braccio meccanico disarticolato e conficcato nel secondo piano di una palazzina. Una vettura senza portiera. Poi, i corpi. Uno steso sull'asfalto, l'altro stritolato sotto dal macchinario. Il terzo, quello di Filippo, accasciato fra due macchine parcheggiate. Respira, qualcuno pensa che potrebbe sopravvivere. Ma i paramedici capiscono subito che salvarlo è un'impresa impossibile. Poi, arrivano i Vigili del fuoco, la polizia municipale, la Polizia di stato, i funzionari dello Spresal, il sindaco, due assessori, il magistrato che coordina le indagini. «La gru è caduta, abbiamo fatto una strage... sono morti tutti! Dovevo andare in pensione, io non ce la faccio, io me ne vado. La gru è caduta, non so cosa sia capitato», grida un uomo ripreso da un cellulare.