Estradizione negata in Francia, i parenti delle vittime dei terroristi fanno ricorso a Strasburgo: «Diritti umani violati»

La rabbia dei familiari: "Così si tutelano i carnefici e non si pensa a chi piange i propri cari"

Giovedì 30 Marzo 2023 di Valeria Di Corrado
Estradizione negata in Francia, i parenti delle vittime dei terroristi fanno ricorso a Strasburgo: «Diritti umani violati»

Non tutto sembra perduto. I familiari delle vittime dei terroristi degli anni di piombo non cedono di fronte all'ennesimo schiaffo arrivato dalla giustizia francese e preparano la contromossa. Faranno ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo contro la decisione della Cassazione che, lunedì scorso, ha confermato il rifiuto all'estradizione dei 10 eversori italiani rifugiatisi Oltralpe. Come ha spiegato ieri il ministro della Giustizia Carlo Nordio, «non è consentito un ricorso alla Cedu da parte degli organi statuali.

Occorre semmai un'iniziativa da parte delle persone interessate». Quindi, dei familiari delle vittime.

LA CEDU
«Visto che nella normativa italiana non esistono strumenti giuridici, bisogna ricorrere a mezzi straordinari - spiega l'avvocato Valter Biscotti, difensore di parte civile negli ultimi processi contro le Brigate rosse - Il diritto di avere giustizia da parte della vittima è connaturato ai principi fondamentali dell'uomo. Quindi, i familiari delle vittime possono ricorrere alla Corte di Strasburgo, sostenendo che esiste una violazione dei diritti dell'uomo, per chiedere l'annullamento della sentenza della Cassazione francese». «Qui non c'è giustizia, perché chi è stato condannato per omicidio se ne sta libero a scrivere libri, a causa dell'interpretazione di una dottrina politica (quella di Mitterand) che ha favorito i terroristi di sinistra; quelli di destra - ha precisato l'avvocato Biscotti - non hanno mai avuto questo trattamento, anche perché in parte sono stati arrestati subito. In Europa cercheranno di contrastarci, ma se non c'è qualcuno che inizia a sollevare il problema rimarrà tutto così. Anzi, andrà pure peggio. Con la legge Cartabia se non si ha la prova che gli imputati sono a conoscenza della richiesta di rinvio a giudizio, il processo non si fa proprio, anche nei casi di reati gravi. È scandaloso. Io ho la sensazione che il processo Regeni salterà ben presto e il giudice sarà costretto a dichiarare sentenza di non luogo a procedere». «Nel caso dei terroristi rossi, pur sapendo del procedimento nei loro confronti, hanno scelto di non parteciparvi. Addirittura Giorgio Pietrostefani quando ha capito, dopo le prime udienze, che sarebbe stato condannato, è scappato - ha ricordato il noto penalista - Nel 1977 il presidente dell'Ordine degli avvocati di Torino è stato ammazzato proprio perché disse ai suoi colleghi che dovevano assicurare ai brigatisi la difesa d'ufficio».

«LA FRANCIA È COMPLICE»
«Mentre tutti quanti parlano dei diritti dei carnefici, nessuno sottolinea l'importanza dei diritti delle vittime. Siamo convinti - ha commentato Potito Perruggini Ciotta, presidente dell'Osservatorio "Anni di piombo" - che il governo continuerà a svolgere ogni ulteriore passo necessario per non lasciare nulla di intentato. L'azione per l'estradizione, come ha detto il ministro Nordio, è stata più volta interrotta o mal governata. La Francia è risultata essere complice degli assassini. La decisione presa dai giudici risulta essere irrazionale, immorale e incomprensibile. Tutti questi pluriomicidi non hanno mostrato alcun segno di dissociazione e, mentre la Corte giustifica il rifiuto all'estradizione con il fatto che si sono rifatti una vita privata, nessuno si preoccupa della vita privata dei familiari delle vittime che hanno patito una serie di effetti collaterali».

«Come abbiamo fatto per Cesare Battisti continueremo fino in fondo a fare qualsiasi tentativo. Noi non cerchiamo vendetta - ha precisato il nipote del brigadiere Giuseppe Ciotta, ucciso da Prima Linea il 12 marzo del 1977 a Torino - ma cerchiamo di compensare l'assenza di verità di cui gli italiani tutti hanno diritto. Le motivazioni della sentenza si basano su principi ampiamente superati e, come sostenuto da Nordio, in presenza di atti nuovi è possibile chiedere una revisione della sentenza. Il gruppo di "soccorso rosso" risulta essere ancora molto attivo. Così facendo si autorizzano i futuri terroristi a commettere reati e poi scappare dall'Italia, sapendo di restare impuniti. Non dimentichiamo che la Francia, per molto meno, ossia per l'incontro avuto dall'allora vicepremier Luigi Di Maio con la fazione più estremista del movimento dei "gilet gialli", decise di richiamare l'ambasciatore in Italia Christian Masset.

Ultimo aggiornamento: 08:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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