Era seminfermo di mente. Maurizio Diotallevi, 62 anni, l’informatico dei Parioli che nel ferragosto del 2017 ha ucciso e fatto a pezzi la sorella, Nicoletta, 59, per poi gettarla nei cassonetti, è stato condannato in abbreviato a 15 anni e 4 mesi. Il pm Marcello Cascini aveva chiesto 27 anni. Cade quindi la premeditazione del delitto.
LEGGI ANCHE Omicidio Diotallevi, il fratello: «Mentre la uccidevo agivo come un automa»
LEGGI ANCHE Il fratello killer: «Ci pensavo da mesi, ho aspettato che tornasse dalle vacanze»
Due perizie - una disposta dal gip è una dalla difesa - avevano stabilito che era seminfermo al momento dei fatti.
Per la procura però l’uomo, assistito dall’avvocato Gaetano Scalise, aveva pianificato l’omicidio perché nei giorni precedenti si era informato sui siti come si smembra un cadavere.
La donna era stata stordita con un pugno, strangolata con una cintura e smembrata con due seghe e un coltello da macellaio. A lanciare l'allarme una rom che rovistando in un cassonetto, di viale Pilsudski, ha trovato una gamba.