Smartphone, boom di rapine: le nuove tecniche per sbloccare i cellulari

Giovedì 7 Luglio 2022 di Leandro Del Gaudio
Smartphone, boom di rapine: le nuove tecniche per sbloccare i cellulari
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La prima buona notizia è che lo Stato ha fatto il suo dovere. Che denunciare conviene, perché la risposta spesso è più rapida ed efficace di quanto si possa immaginare. La notizia cattiva è che a Napoli, in soli tre mesi, si è registrato un boom di rapine, una escalation che si abbatte su cittadini e turisti, con azioni fulminee, violente, spesso eccessivamente violente. Lo dicono gli archivi di polizia, alla luce degli arresti che sono stati effettuati da aprile ad oggi, in una classifica che fa leva sulle misure cautelari che sono state spiccate contro banditi di strada che sono stati riconosciuti dalle vittime, inquadrati da telecamere o arrestati in flagranza dalla polizia. È toccato di recente all’attore Daniel Auteuil ma anche a Nicolai Kley, turista tedesco a cui a Napoli, al rione Sanità, è stato portato via un Rolex Submariner del 1973 del valore di circa 20mila euro. «C’è stata una colluttazione in cui ho avuto la peggio - racconta in una lettera inviata a Il Mattino - ho gridato e alcune persone mi hanno aiutato ad alzarmi, mi hanno portato dell’acqua, disinfettare le mie piccole ferite e mi hanno regalato persino una birra».

Ma restiamo al dato puramente numerico, sempre alla luce delle stime tracciate dagli arresti effettuati dalla Squadra mobile guidata dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini e da altri uffici di polizia: in tre mesi, sono stati effettuati ben 40 arresti per rapine consumate in zona Porto, via Marina, Corso Umberto e in altre strade nei pressi della stazione centrale (parliamo dei quartieri Avvocata-Montecalvario-Porto-Pendino); meno importanti i numeri degli arresti messi a segno per eventi predatori registrati negli altri quartiere. Ed è alla luce di queste stime, che è possibile ragionare su un fenomeno in particolare: c’è un boom di aggressioni e rapine che riguarda soprattutto turisti e cittadini normali. Parliamo di visitatori in vena di relax, che si sono trovati a percorrere corso Umberto o la zona all’esterno del porto di Napoli; o di donne e uomini che hanno subìto aggressioni mentre erano in strada, magari di ritorno da una giornata di lavoro. Ma c’è un altro dato che conviene evidenziare alla luce di quanto emerge dal numero di misure messe a segno dagli uomini di via Medina: gran parte delle rapine hanno riguardato telefonini cellulari, segno evidente di un mercato tutto napoletano, con specialisti capaci di “craccare” smartphone e reimmetterli sul mercato, a dispetto di tutti i codici e i sistemi (anche satellitari) messi a tutela dei possessori dei costosi cellulari.

Ma conviene entrare a fari accesi nella galleria tracciata dagli inquirenti, alla luce del report della Mobile, provando a entrare nelle pieghe della vita di decine di persone a cui sono stati strappati i cellulari (un mondo intero, per ognuno di noi), a colpi di calci e pugni, sotto la minaccia di coltelli, pistole o semplici cocci di bottiglia. Una premessa doverosa: le quaranta e passa storie raccontate in queste informative raccontano volti e esperienze che in genere non entrano nelle pagine di cronaca, in quanto vengono derubricate come brevi, fatti di poco conto.  

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È l’otto aprile scorso, nei pressi di piazza Garibaldi, quando viene consumata una rapina, con tanto di lesioni aggravate, ai danni di un professionista napoletano, un ingegnere civile impegnato in una serie di interventi nei pressi della stazione centrale. Ha l’obiettivo di tutelare i resti che spuntano da alcuni lavori di scavo, quando viene preso alle spalle: viene trascinato a terra e gli rapinano il telefono cellulare, con un copione che viene ricostruito dalla polizia che, pochi giorni dopo, metterà a segno gli arresti. Stessa storia, per mano diversa, capita ad alcuni passeggeri della metropolitana a Gianturco. In questo caso, la stazione di Gianturco diventa un luogo decisamente a rischio, a giudicare dal numero di colpi messi a segno: è accaduto più volte, alla luce del report della polizia. Funziona così: si aprono le porte per qualche minuto, il passeggero (in genere è una donna) è al telefono, quando arriva uno o più banditi. È armato di forbici, strappa il cellulare dalle mani del passeggero e scappa facendosi chiudere le porte alle spalle. Gli arresti confermano comunque la capacità delle forze dell’ordine di controllare il territorio. È andata male, decisamente male, ad alcuni rapinatori il 24 maggio scorso, lungo corso Umberto, quando hanno strappato il cellulare dalle mani di un turista, non immaginando di finire in manette. Siamo all’angolo di via Seggio del Popolo, quando intervengono i poliziotti, che arrestano il rapinatore. Il 24 giugno è un turista pistoiese ad essere rapinato del cellulare, anche in questo caso il bandito finisce in manette. Ma la palma di eroina di questa vicenda spetta a una minorenne olandese, che riesce a difendere il proprio cellulare, con una reazione che impressiona il bandito di turno. È il 30 maggio scorso, in vico Sant’Anna a Porta Capuana, quando la difesa della giovane turista fa scattare le contromosse: la resistenza paga, arrivano i poliziotti, in manette il bandito.  

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