TERNI Scuole di ogni ordine e grado precauzionalmente chiuse oggi a Terni dopo l'incendio che nel pomeriggio di domenica ha interessato alcuni cumuli di rifiuti plastici stoccati alla Ferrocart, alla periferia della città, generando un denso fumo di colore nero dall'odore fortemente acre, percepibile in varie zone.
Le fiamme sono state circoscritte e messe sotto controllo dai
vigili del fuoco che hanno lavorato per ore. È stata anche allertata l'Arpa Umbria che ha predisposto una campagna di monitoraggio per verificare lo stato della qualità dell'aria. La situazione è stata quindi al centro di una riunione in Comune, anche con Usl e rappresentanti della stessa Agenzia ambientale, al termine della quale, sulla base delle proposte emerse, il sindaco Leonardo Latini ha precauzionalmente disposto - si legge nella sua ordinanza - entro un raggio di tre chilometri dall'incendio il divieto di raccolta e consumo di prodotti alimentari coltivati, nonché di funghi, di pascolo e razzolamento degli animali da cortile, di utilizzo dei foraggi e
cereali destinati agli animali. «Dal giorno 21 febbraio e fino a nuova Ordinanza» è stata decisa la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e dei servizi educativi dell'infanzia di «tutto il territorio comunale, ad eccezione di quelle nei territori di Marmore, Casali di Papigno e Collestatte». «I cittadini residenti nell'area individuata nel raggio di tre chilometri dall'incendio - prevede ancora l'Ordinanza - sono tenuti a mantenere chiuse le finestre delle proprie abitazioni,
limitando le uscite all'esterno se non per necessità». Incendio alla Ferrocart, domani (lunedì 21 febbraio) chiuse tutte le scuole comunali di Terni di ogni ordine e grado, ad eccezione dei plessi scolastici che si trovano nei territori di Marmore, Casali di Papigno, Collestatte e Piediluco. Tale decisione - è quanto si apprende da Palazzo Spada - è stata presa dal Comune su indicazione di Usl Umbria 2 e Arpa nel rispetto del massimo principio di precauzione, in attesa di conoscere nel dettaglio i dati sulla qualità dell'aria. Tale motivazione, secondo quanto si apprende, sarebbe legata alle disposizioni anticovid che impongono di arieggiare spesso le aule.
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