Scala dei turchi, fra i vandali anche Domenico Quaranta, condannato per strage.
LE INDAGINI
Hanno impiegato poco più di 48 ore, i carabinieri, della compagnia di Agrigento, coordinati dal procuratore Luigi Patronaggio, a dare un nome e cognome agli autori del raid vandalico che hanno deturpato con polvere di ossido di ferro la Scala dei Turchi di Realmonte. Due i denunciati alla Procura di Agrigento per l’ipotesi di reato di danneggiamento di beni avente valore paesaggistico. Sono state le immagini dei sistemi di videosorveglianza e una raffica di perquisizioni e verifiche eseguite tra Realmonte, Favara, Porto Empedocle e Agrigento a portare a Quaranta.
Le telecamere hanno ripreso i due vandali, che intorno alle 22 del 7 gennaio scendevano da un Furgone Ford Transit trascinando dei sacchi che contenevano la polvere. Dalle immagini i militari hanno recuperato il numero di targa del furgone ed è così che sono arrivati a Quaranta e aun altro uomo G.F. che era alla guida. Sul furgone le tracce dell’ossido di ferro, mente all’interno di alcuni magazzini sono stati trovati magazzini i guanti sporchi della stessa polvere e «ulteriori, inequivocabili, prove», spiegano gli investigatori.
LA SORVEGLIANZA SPECIALE
Lo scorso luglio il tribunale di Palermo aveva rigettato la richiesta della misura di prevenzione della sorveglianza speciale chiesta a febbraio del 2021 per Quaranta. «Pur rivelando un profilo personale irrispettoso delle regole di civile convivenza e incline alla reazione ai danni delle forze dell’ordine - scriveva il giudice Ettorina Contino - si tratta di atteggiamenti certamente esecrabili e che, ove integranti illecito penale, troveranno nella sanzione penale adeguata risposta, ma che, dalla descrizione fornita nella proposta e negli allegati, non risultano avere determinato una lesione ai beni della sicurezza e tranquillità pubblica».