Rosalia Messina Denaro arrestata, ecco i pizzini del padrino trovati in casa sua: «Mia figlia degenerata, è cresciuta male»

La sorella ha commesso un errore fatale, disobbedendo al diktat del fratello: leggere i pizzini e distruggerli. Ed invece di biglietti ne sono stati ritrovati tanti

Sabato 4 Marzo 2023 di Riccardo Lo Verso
Rosalia Messina Denaro arrestata, ecco i pizzini del padrino trovati in casa sua: «Mia figlia degenerata, è cresciuta male»

La mossa vincente arriva il 6 dicembre scorso. Dal pizzino nascosto dentro la gamba di una sedia si arriverà all'arresto di Matteo Messina Denaro. La cronaca spazza via la dietrologia di chi ha parlato di un boss che si sarebbe addirittura consegnato. La sedia è nella casa in cui abita la maggiore delle quattro sorelle del capomafia, Rosalia, 69 anni, arrestata ieri dai carabinieri del Ros, a Castelvetrano. Sarebbe divenuta l'alter ego del fratello. Una donna di mafia, dunque, che custodisce i segreti di Cosa Nostra, smista i pizzini con gli ordini del latitante, gestisce i soldi di famiglia.

Dopo l'arresto del fratello c'erano tutti i presupposti perché divenisse «la nuova mente strategica dell'organizzazione». I carabinieri entrano in casa per piazzare le microspie. La pista dei familiari è sempre stata caldissima. Li hanno arrestati tutti, o quasi. Dalle recenti intercettazioni, senza un riferimento esplicito al latitante, è emerso che qualcuno soffre di colite ulcerosa o ha il morbo di Crohn. Un militare trova il pizzino, lo fotografa e lo rimette a posto. È il diario clinico del latitante. La sorella annota che ha un «adenocarcinoma devastante», che si è operato prima a Mazara del Vallo e poi a Palermo, che sono spuntate delle metastasi e che serve la chemioterapia. Vengono ricostruite le mosse successive, fino all'appuntamento del 16 gennaio scorso, giorno del blitz nella clinica di Palermo.

Rosalia Messina Denaro chi è la sorella maggiore del boss: era lei la nuova mente strategica dopo l'arresto di U Siccu


L'ERRORE DECISIVO
La sorella ha commesso un errore fatale, disobbedendo al diktat del fratello: leggere i pizzini e distruggerli. Ed invece di biglietti ne sono stati ritrovati tanti anche nell'abitazione di campagna a Campobello di Mazara, nascosti nel sottotetto accessibile da una botola, e nel covo dove Messina Denaro ha trascorso gli ultimi anni di latitanza. Il padrino, che aveva l'abitudine di conservare una copia della corrispondenza, ha potuto contare su una rete di postini, ma il terminale è stato la sorella Rosalia. O meglio «Fragolone», come veniva appellata. È stata la «commercialista» di famiglia. Ha gestito la cassa. Nei pizzini sono annotate le cifre: «Totale di prima, 64.100. Spese ultimo periodo 12.400. Totale di ora: 51.700. Per il prossimo periodo devi spendere di nuovo 12.400. Non di più. E mi fai sempre lo spekkietto finale così so quanto è la cassa». Ci sono appunti datati nel tempo e altri recentissimi. Uno degli ultimi risale al 14 maggio scorso. Rosalia deve chiedere a «parmigiano» di «mandare questi 40 mila in piccole dosi». I soldi servono per un «fondo riservato» dove sono rimasti «solo 85.000 euro». Dovrebbe trattarsi di un facoltoso imprenditore. La sua è una delle tante identità da svelare assieme a «Condor», «Ciliegia», «Reparto», «grezzo». Sono i componenti della strettissima cerchia di fedelissimi, compresa una possibile talpa. Messina Denaro ha fornito alla sorella le istruzioni per riconoscere ed evitare «telecamere» e «cassette di rilancio del segnale». Ce n'è abbastanza per «ipotizzare il potenziale coinvolgimento di appartenenti alle forze dell'ordine o di specialisti ».

 


IL RAPPORTO DIFFICILE
Altri biglietti hanno un contenuto più familiare. Come quelli sul difficile rapporto con la figlia Lorenza. Il capomafia scrive alla sorella di aver letto il necrologio che la nipote di un mafioso ha dedicato al nonno. «Ah, questa ragazza è cresciuta senza padre, lo arrestarono il padre quando lei era molto piccola», commenta Messina Denaro. «Vi potrei raccontare la storia di tante con il padre assente non si trattiene il boss . Ebbene, nessuno ha fatto la fine di Lorenza lei è cresciuta molto male, è degenerata nell'intimo». Questo ed altri documenti sono stati sequestratati il 16 gennaio. «Si tratta di pizzini tutti aventi a oggetto persone, somme di denaro, vicende, sulle quali occorrerà svolgere approfonditi accertamenti», scrivono il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, l'aggiunto Paolo Guido e i sostituti Gianluca de Leo e Pierangelo Padova. Il lavoro investigativo prosegue.

Ultimo aggiornamento: 10:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci