Roma, gli usurai del lockdown: colpiti i negozi in crisi, interessi al 480%

Giovedì 15 Luglio 2021 di Marco De Risi
Roma, gli usurai del lockdown: colpiti i negozi in crisi, interessi al 480%

Non si sono fermati neanche sotto la fase di chiusura dovuta al Covid. Hanno continuato a tessere i loro rapporti criminali e le vittime in qualche caso sono state costrette addirittura a vendersi la casa. Prima l’immobile è stato ipotecato e poi, appunto, venduto con i proprietari oberati di debiti. Un giro di usura per decine di migliaia di euro quello stroncato dalla Squadra mobile romana che ha concluso un’operazione che ha visto spiccare quattro misure cautelari, fra le quali ci sono un padre ed il figlio, per altrettanti personaggi che, così, sono stati messi in condizione di non agire più: di non pretendere tassi che sono arrivati anche al 480% su base annua.

Un’operazione antiusura nell’ambito di una complessa attività investigativa coordinata dallo specifico Pool della Procura. Gli agenti hanno addirittura salvato un commerciante, il titolare di un bar, da un tentativo di suicidio. Poi, hanno individuato e ricostruito le vicende criminose di individui che elargivano prestiti, ad interessi usurari, a diversi piccoli imprenditori e a persone in difficoltà economiche nella sud-orientale della città.

Usuraio condannato, una barista finita nella sua rete: «Si era presentato come un benefattore, poi l'inferno»

Le modalità

Agli indagati, di età compresa tra i 29 ed i 65 anni, che operavano prevalentemente nel quartiere Laurentino, sono stati contestati i delitti di usura ed estorsione aggravate nonché esercizio abusivo di attività finanziaria. Sei le denunce partite dalle zone Eur, Tintoretto, Marconi, Appio e Portuense, quartieri in cui i principali indagati “strozzavano” le vittime pur avendo la loro base operativa al Laurentino, dove venivano fissati appuntamenti ed effettuate le riscossioni. Gli arrestati, così come ha accertato la polizia, in qualche occasione si passavano la stessa persona in difficoltà economica. Gli facevano credere che loro non si conoscevano ma in realtà era tutto concertato affinché il debitore passasse a un estraneo e più comprensivo. Un altro ”escamotage” era quella di farsi credere un “esercito” di persone pronto a terrorizzare le vittime, una estorsione: «Se non mi paghi ti stacco la testa. Ci sono almeno 20 persone che ti stanno cercando. Sappiamo dove sei», questa un’intercettazione telefonica. Una vittima era vessata anche in pieno lockdown. Agli aguzzini dice: «Il mondo sta a mori’ per il coronavirus e tu mi chiedi solo soldi» Figura di spicco un 34enne figlio di un altro indagato 65enne che, sebbene incensurato e disoccupato, è risultato in grado di ricorrere anche a minacce violente per rientrare in possesso delle somme di denaro. Gli altri due coinvolti sono un 57enne, braccio destro del capo del gruppo che deve rispondere anche di estorsione aggravata in concorso e un 29enne. 

Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 11:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci