Roma, 19enne aggredita sotto casa a Casal Bruciato: «In tre per violentarmi, mi hanno salvata i carabinieri»

Il racconto: "Quei tre ragazzi mi sono passati accanto. Hanno tentato un primo approccio a cui non ho risposto. Pensavo fosse finita così invece mi hanno sorpresa alla spalle"

Martedì 14 Marzo 2023 di Flaminia Savelli
Roma, 19enne aggredita sotto casa a Casal Bruciato: «In tre per violentarmi, mi hanno salvata i carabinieri»

«Stavo andando a lavoro, in pieno giorno e stavo camminando in una strada che percorrevo tutti i giorni a una manciata di metri da casa. Un giorno come tanti, poi sono caduta in un incubo. In tre mi hanno accerchiata, minacciata e hanno tentato di violentarmi». Inizia così il racconto della 19enne che a Casal Bruciato è stata vittima di violenze.

A salvare la ragazza è stata una pattuglia dei carabinieri che proprio in quel momento stava passando per un servizio di controllo.


Cosa è accaduto quel pomeriggio?
«Stavo camminando quando quei tre ragazzi mi sono passati accanto. Hanno tentato un primo approccio a cui non ho risposto. Pensavo fosse finita così invece mi hanno sorpresa alla spalle, mi hanno colpita e minacciata. Mentre uno mi teneva contro il muro, gli altri due hanno iniziato a palpeggiarmi. Ho capito che stava per accadere il peggio».


Lei come ha reagito?
«Ho tentato di ribellarmi, di chiedere aiuto. In quel momento la strada era deserta, mi sono sentita perduta. Non avevo via d'uscita. Li pregavo di lasciarmi andare, di non farmi del male. Ma loro continuavano. Poi all'improvviso si sono fermati».

 


Perché?
«Ho impiegato qualche istante per capire cosa stava accadendo. Poi ho visto una pattuglia di carabinieri. Sono stati loro a metterli in fuga e a portare me in ospedale. Sono stata dimessa poco dopo, per i medici le mie condizioni erano discrete. Ma solo quelle fisiche perché fin da subito ho capito che per me era appena iniziato l'inferno».


Cioè?
«Subire una simile aggressione lascia segni permanenti. Non riuscivo più a dormire, a mangiare. I giorni successivi all'aggressione li ho trascorsi chiusa dentro casa. Non volevo più andare da nessuna parte da sola e chiedevo di essere accompagnata ovunque. Ho capito di aver bisogno di aiuto, non potevo uscirne da sola».


A chi si è rivolta?
«Al Telefono Rosa e poi al centro antiviolenza Paola Lattes dove ho intrapreso un percorso di assistenza. La psicologa ha confermato un disturbo post traumatico. Con il supporto del centro sono riuscita a riprendere almeno in parte una quotidianità. Tuttavia dopo il percorso del centro, ho avviato un ulteriore percorso di sostegno psicologico. Ancora oggi ho grande difficoltà a gestire rapporti con il sesso maschile. La mia percezione del pericolo è ancora alterata. Ma l'importante è aver riconosciuto subito il problema e aver iniziato il percorso per uscirne».

Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 09:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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