Roma, violenta due studentesse della John Cabot a Trastevere: arrestato tassista 34enne. ​ll gip: «Azione premeditata»

Le americane (19 anni) rientravano negli alloggi. L’uomo, appostato dietro ai cassonetti, le ha aggredite

Martedì 22 Novembre 2022
Violenta due studentesse straniere a Trastevere: arrestato 34enne di Roma
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Si sarebbe appostato dietro a dei cassonetti, nell’ombra, appena fuori dall’università John Cabot, per tenere d’occhio le studentesse che uscivano o che si apprestavano a rientrare nei loro alloggi. Avrebbe individuato due vittime e le avrebbe seguite, entrando in azione alla fine della serata, quando con la mente annebbiata dall’alcol non erano più in grado di difendersi. Le ha palpeggiate con insistenza e ha abusato di loro. Non si è fermato nemmeno quando una delle due, entrambe diciannovenni, gli ha scattato fotografie e ha immortalato le violenze in un video. Ora, però, Antonio Macrì, tassista di 34 anni, è finito in carcere con l’accusa di violenza sessuale. I fatti sono del 14 ottobre scorso: le ragazze hanno denunciato a distanza di pochi giorni l’una dall’altra e sono subito scattate le indagini degli agenti del commissariato Trastevere, coordinati dalla pm Daniela Cento.

A incastrarlo, i filmati delle telecamere di sorveglianza dell’università, un testimone e alcune foto che l’indagato ha postato sui social. 

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L’ORDINANZA

Ieri, l’arresto. La violenza è avvenuta in viale Trastevere. Macrì è entrato in azione, da dietro, mentre una delle due amiche sorreggeva l’altra perché in preda a un malore. Nell’ordinanza con cui ha disposto il carcere, il gip sottolinea che Macrì ha studiato le vittime, calcolando i dettagli dell’aggressione. Le avrebbe pedinate, approfittando della sua capacità di muoversi per la città, data dalla sua professione di tassista. «Le modalità rivelano una accurata programmazione, favorita dalla conoscenza dei luoghi derivante dalla professione di tassista svolta», scrive infatti il magistrato. Il rischio è che, se lasciato libero, il trentaduenne colpisca di nuovo: «Sussiste il concreto e attuale pericolo che l’indagato possa commettere ulteriori reati della stessa specie». Un dato fa pensare al magistrato che Macrì sia incapace di controllarsi: non si è fermato nella violenza nemmeno quando una delle due ragazze ha iniziato a filmarlo con il cellulare. Nell’ordinanza si legge anche che l’uomo «ha parcheggiato il taxi non distante dell’università americana, proprio in attesa dell’arrivo di qualche studentessa, non potendo spiegare la sua presenza in prossimità dell’istituto in piena notte».

Si è appostato dietro i cassonetti. Il giudice sottolinea che Macrì «non ha esitato ad approfittare delle condizioni fisiche delle giovani che avevano evidentemente bevuto, come da entrambe dichiarato e come risulta dalle immagini acquisite, e che, dunque, con più fatica e meno lucidità avrebbero potuto opporsi all’aggressione». Non è tutto: il tassista avrebbe abusato di entrambe le ragazze. «Non si è placato con la violenza perpetrata ai danni della prima vittima - annota il gip - ma ha proseguito con l’altrettanto grave abuso in danno della seconda, e ciò nonostante la consapevolezza che la prima stesse registrando un video e scattando foto, a dimostrazione di un’assoluta e totale incapacità di controllo da parte dell’indagato dei propri istinti». I magistrati sottolineano anche un altro particolare: Macrì è stato processato e assolto in primo grado per fatti simili.

IL TESTIMONE

A incastrare il tassista, i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona, ma anche le foto da lui pubblicate sui social. Fondamentali, infine, le foto scattate da una delle vittime e la testimonianza di una guardia giurata dell’università che, la notte della violenza, è stata ha sentito le urla. Uscendo dalla guardiania ha visto il tassista scappare esclamando: «Come urlano queste pazze».
 

 

Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 09:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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