Ci sono ultrà della Lazio e un agente della polizia fra i cinque rapinatori di banche che sono stati catturati nella mattina di martedì dai carabinieri e dalla mobile di Roma.
Altri due complici, con il ruolo di «pali» a bordo di un'autovettura rubata, avendo assistito alla scena, nel tentativo di guadagnare la fuga, investivano un carabiniere. La corsa dei malviventi veniva però interrotta poco più avanti da due equipaggi della polizia riuscivano a sbarrare loro la strada. Il bandito stava per fare fuoco con una pistola ma i carabinieri e i poliziotti, sparando alcuni colpi in aria, l'hanno convinto a desistere. Dopo poco, due pattuglie del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Roma e della Squadra Mobile riuscivano a bloccare sul Grande Raccordo Anulare all'altezza dell'uscita di Tor di Quinto, un ulteriore complice che si era dato alla fuga in auto: aveva le mansioni di garantire la copertura via radio attraverso l'ascolto delle frequenze delle Forze dell'Ordine.
Nelle abitazioni degli arrestati sono state sequestrate altre armi ed ulteriore materiale per il travisamento, nonché numerosi telefoni cellulari e schede «dedicate» utilizzate probabilmente per altre rapine consumate nell'anno in corso a Roma, della quali sono fortemente sospettati.
La banda smantellata era composta da soggetti tutti romani, dall'età compresa tra i 40 ed i 50 anni, con vari precedenti sia contro il patrimonio che in materia di stupefacenti, alcuni tra i quali - riporta la nota delle forze dell'ordine - gravitanti negli ambienti degli ultrà del tifo laziale e un poliziotto attualmente sospeso dal servizio. Tutti gli arrestati, ai quali sono contestati a vario titolo i reati di tentato omicidio, tentata rapina pluriaggravata in concorso, porto e detenzione di armi clandestine, lesioni e ricettazione, al termine degli atti di rito sono ora a Regina Coeli e a Rebibbia.