L'odissea del paziente: «Curato
per terra dopo tre ore di sofferenze»

Sabato 18 Gennaio 2014 di Elena Panarella
Scandalo al San Camillo: pazienti curati per terra
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Prosegue il caos nei pronto soccorso della Capitale con il personale costretto a ritmi impossibili e i pazienti in attesa di ricovero in condizioni davvero precarie, insicure e non dignitose. Fino al caso limite del San Camillo, con i malati curati a terra sui materassi. «Ci vogliono risposte non solo riguardo all’assunzione di cinque unità infermieristiche con contratto atipico (già promesse) - spiegano dalla segreteria aziendale Nursind San Camillo-Forlanini, che nel frattempo continua l’occupazione della direzione generale dell’ospedale - ma anche un intervento deciso e serio da parte della Regione riguardo lo sblocco del turn-over». Anche l’Anaao Assomed scende in campo nella vicenda San Camillo, «stiamo preparando un esposto alla Procura sulle gravissime criticità presenti in tutti gli ospedali del Lazio».



Il racconto «Lunedì sono arrivato al pronto soccorso con forti dolori addominali, ero disperato. Dopo tre ore infernali di attesa sono stato visitato e curato con gli antidolorifici. I lettini e le poltrone erano tutti occupati, così come le barelle delle ambulanze: tutte piene. A quel punto l’unica soluzione è stata quella del materasso a terra», è il racconto di Giancarlo Marchesi, 56 anni, impiegato e ricoverato al San Camillo dopo un accesso al pronto soccorso a ostacoli. È lui infatti uno dei pazienti curati a terra. «Mi contorcevo dai dolori, così come un’altra signora arrivata con i calcoli renali: anche per lei la soluzione finale è stata il materasso - aggiunge Giancarlo - Sicuramente in quelle condizioni non potevamo stare seduti su una sedia di plastica o su una poltroncina. Il personale medico e infermieristico ha fatto tutto quello che poteva con i pochi mezzi a disposizione. Quando ho sentito parlare da parte della Regione di foto manipolate ho sentito il dovere di raccontare che di finto qui non c’è nulla». «È inutile cercare colpevoli o dare la caccia alle streghe - spiegano Stefano Barone, Raffaele Piccari e Marco Lelli della Nursind - È anche grazie allo scatto di questo cittadino che la verità è uscita fuori: non bisogna censurare o ancor peggio minacciare di denunciare casi come questi ma piuttosto incentivare segnalazioni simili per poter intervenire e migliorare le condizioni degli ospedali e soprattutto dei pronto soccorso. È giunto il momento di trovare soluzioni senza spostare il problema da una parte all’altra».



L’esposto «Abbiamo formalmente inviato un esposto circostanziato alla Procura della Repubblica - dice il consigliere regionale e componente della commissione Salute, Fabrizio Santori - sui gravi fatti che si stanno susseguendo nei vari Pronto Soccorso della Capitale con particolare riferimento al San Camillo, iniziativa tesa a denunciare una vera e propria emergenza che sta arrecando grave disagio ad operatori e pazienti. Ora auspichiamo tempi brevi che consentano di verificare tutte le omissioni e le violazioni commesse e l’accertamento delle specifiche responsabilità». «Si tratta - prosegue il consigliere - di un esposto differente da quello presentato dalla Regione che, tra smentite e minacce di querela, cerca solo di nascondere l’emergenza. Un atteggiamento di una gravità inaudita, oltre che incoerente e ingiusto, anche perché altrimenti nell’esposto sarebbe doveroso citare anche l’ex consigliere regionale Esterino Montino che, proprio nel febbraio 2012, affermava che al pronto soccorso San Camillo vi fosse una situazione al limite della vergogna, proseguendo nel dichiarare che c’erano le foto sul sito del Gruppo Pd alla Regione».
Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 13:53

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