Fra i cinque omicidi attribuiti dalla Distrettuale Antimafia al boss della Magliana Salvatore Nicitra ce ne sono due che da tempo necessitavano di essere risolti proprio per entrare all’interno del crimine organizzato romano. Furono due esecuzioni che si susseguirono pochi giorni una dall’altra e, all’epoca, fecero scalpore per l'escalation di violenza che produssero. Ad indagare sono stati i Carabinieri del nucleo investigativo di Roma. Si tratta degli omicidi dei fratelli Roberto e Valentino Belardinelli entrambi freddati a Primavalle nel febbraio dell’88. Il primo a cadere sotto il piombo dei killer, che sarebbero stati mandati da Nicitra, fu Roberto. Poi, accadde quello che gli investigatori si aspettavano, fu ucciso anche Valentino.
Roma, chi è Salvatore Nicitra: il boss della Magliana a cui uccisero il figlio. Dopo 40 anni risolti 5 omicidi
L’accusa odierna a Nicitra di essere stato lui a volere morti i boss rivali, lo colloca nella sfera più alta della banda della Magliana e il boss riuscì ad uscire dai processi solo con pochi anni di carcere. I fratelli Belardinelli erano odiati proprio dalla Magliana in quanto rivali nel campo della droga e di altri affari illeciti. Poi, c’era un altro problema: Roberto Belardinelli aveva un conto in sospeso con Danilo Abbruciati, il boss della Magliana che verrà ucciso mentre ferisce il vice direttore del Banco Ambrosiano, Rosone, vice del banchiere Roberto Calvi poi ucciso a Londra. Ecco, quindi, che la Magliana decide di eliminarli e con l’accusa di oggi, tutto torna: i fratelli avevano il loro territorio su quello del boss Nicitra. Anche gli altri due omicidi: quello di Giampiero Caddeo e Paolino Angeli sono da inquadrarsi proprio nella faida che portò a dominare il boss arrestato oggi.
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