Camorristi con sentenze passate in giudicato e famiglie benestanti tra gli oltre cento furbetti del reddito di cittadinanza scoperti nel Casertano dai carabinieri su una platea sottoposta a verifica - peraltro provvisoria e destinata ad aumentare - di 3300 residenti.
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A far la parte del leone soprattutto persone appartenenti a famiglie benestanti, non ricche, ma che non avrebbero mai avuto diritto al beneficio se non avessero falsificato i dati dichiarando per esempio di essere separati dalla moglie, proprietaria in un caso di un'azienda da oltre 100mila euro di fatturato; tanti anche i lavoratori in nero che percepivano il reddito di cittadinanza. Nel dettaglio ottantaquattro persone residenti nel Casertano sono state denunciate perché avrebbero percepito il beneficio senza averne titolo; altri 18 percettori sono stati invece segnalati all'Inps per la sospensione del beneficio, avendone perso diritto in quanto destinatari di misure cautelari personali o scoperti mentre prestavano attività lavorativa. Tra le posizioni emerse figurano cinque soggetti appartenenti o attigui alla criminalità organizzata e cinquantadue con precedenti per reati comuni.
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Esame incrociato dei dati
Gli accertamenti, realizzati dai carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, si sono sviluppati grazie all'esame incrociato tra i dati documentali e le risultanze acquisite nel corso di specifici servizi. È stato così possibile fotografare varie irregolarità nelle procedure di dichiarazione del possesso dei requisiti. In particolare, sono state rilevate e contestate la ricezione del reddito di cittadinanza pur in presenza di sentenze definitive di condanna per reati per i quali è invece prevista la decadenza del beneficio; la presentazione di false dichiarazioni relative a residenze fittizie allo scopo di nascondere gli altri componenti del nucleo famigliare percettori di reddito o titolari di beni immobili. E irregolarità, infine, da parte di cittadini stranieri o la mancanza del requisito dei 10 anni di residenza in Italia. Sono state ovviamente avviate le procedure per la sospensione e la revoca del reddito di cittadinanza. L'attività di controllo a tappeto dei percettori del reddito di cittadinanza eseguita dai carabinieri non è la prima realizzata nel Casertano; anche la Guardia di Finanza di Caserta, nel dicembre 2019, ne scoprì un'ottantina, tra cui lavoratori in nero, contrabbandieri e venditori abusivi «storici» che operavano nei pressi della Reggia vanvitelliana, ma anche pizzaioli, camerieri, baristi, cassieri, addetti ad autolavaggi, operai tessili e calzaturieri, magazzinieri e muratori; le somme percepite indebitamente all'epoca ammontavano a oltre 200mila euro.
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