Dieci mesi di reclusione, doppi benefici di legge (sospensione condizionale e non menzione della condanna) e immediata liberazione. È la condanna inflitta dal Tribunale di Torino a Sofian Naich, giovane musicista rapper noto con il nome d'arte “Kaprio” che era accusato di detenzione a fini di spaccio dopo che sul tavolo nella sua abitazione-laboratorio musicale erano state trovate 2005 dosi medie singole di hashish e 678 di marijuana che aveva acquistato alcuni giorni prima come una sorta di “scorta” prima del lockdown.
Il giovane, in udienza, aveva ammesso di consumare droghe leggere, a volte con anche con altri artisti per facilitare la creatività e l'espressione artistica.
«Ritengo - commenta all'Adnkronos l'avvocato Fulvio Violo che con la collega Alice Abena ha difeso il giovane - che sia assolutamente condivisibile la valutazione del giudice di primo grado in quanto non è solo l'elemento ponderale che va valutato nell'ambito della qualificazione giuridica dello stupefacente ma bisogna andare a vedere le modalità soggettive, un ragazzino incensurato, e oggettive perché era un laboratorio musicale in cui andava un sacco di gente, e soprattutto le modalità in cui era tenuto lo stupefacente che non era celato. Valutando tutto questo e non solo l'elemento ponderale - conclude l'avvocato - l'ambito di tutte le circostanza esterne e dello scenario in cui si svolge il discorso lo porta a farlo diventare un articolo 73 quinto comma, quello appunto di lieve entità».