
Lunedì 24 Settembre 2018, 09:32
Rapina in villa, coniugi seviziati perché non indicavano la cassaforte: «Vi facciamo a pezzi»

Rapina in villa, coniugi seviziati perché non indicavano la cassaforte: «Vi facciamo a pezzi»
di Paolo Vercesi
«Portateci alla cassaforte senza fare scherzi o vi facciamo a pezzi», e giù botte. Pugni in faccia al marito e, come prova di forza, il taglio del lobo dell'orecchio alla moglie, con una piccola roncola trovata nell'abitazione. Tutto per una cassaforte che non esisteva. Carlo Martelli, medico chirurgo 69enne e presidente della locale associazione per disabili Anffas, e la moglie Niva Bazzan sono in prognosi riservata nell'ospedale Renzetti di Lanciano, in provincia di Chieti, e ringraziano di essere ancora vivi dopo una notte da Arancia meccanica. I medici hanno fatto del tutto per riattaccarle il pezzo di orecchio, invano. Lui giace in un letto di Chirurgia con il volto tumefatto: trauma facciale, dicono i medici, ne avrà almeno per 40 giorni.TERZO COLPO DI FILA
Nel comprensorio frentano è la terza rapina in villa in un anno e l'efferatezza dei criminali alimenta paura e allarme. Tagliata la recinzione della villa, in contrada Carminello alle porte della città, i rapinatori sono entrati passando dalla taverna sottostante attraverso una grata, dopo aver divelto il lucchetto. L'allarme non è scattato. Afferrata la roncola, i quattro sono saliti nelle camere da letto e da lì per i padroni di casa è cominciata una notte da incubo. Erano le 4: Carlo e Niva sono stati sorpresi nel sonno e per due ore sono rimasti in ostaggio di quattro rapinatori tutti incappucciati. Lui è stato legato a mani e piedi, la moglie - che dormiva in un'altra stanza - alle mani. Picchiati e torturati senza pietà. Non è stato toccato il figlio disabile trentenne: i banditi hanno rovistato anche nella sua stanza ma lui non si sarebbe accorto di nulla.
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