Armi in pugno e con i volti nascosti da occhiali da sole, parrucche e cappucci hanno fatto irruzione in una banca della Capitale disarmando la guardia giurata, prendendo in ostaggio i dipendenti e costringendo il direttore a seguirli nel caveau sotterraneo. Terrore nel pomeriggio in una filiale di piazza Augusto Lorenzini, nel quartiere Portuense.
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Poco prima delle 16 cinque rapinatori, probabilmente italiani, sono entrati attraverso un buco effettuato nella parete di un garage adiacente e hanno sorpreso tutti alle spalle. Con indosso tute blu da operai hanno disarmato e rubato la pistola alla guardia giurata e tenuto sotto scacco i presenti sotto la minaccia dell'arma. Un piano studiato nei minimi dettagli, ma qualcosa è andato storto. La banda puntava al caveau ma il direttore, l'unico a conoscenza dei codici, ha accusato un malore e così il "colpo grosso" è saltato.
Dall'esterno, inoltre, alcuni cittadini hanno capito cosa stava succedendo nella banca e hanno allertato le forze dell' ordine. Così la banda è fuggita pochi istanti prima dell'arrivo della polizia dallo stesso buco da cui era entrata. Gli agenti hanno circondato il palazzo e immediatamente è scattata la caccia ai cinque uomini in tutta la città. Posti di blocco ad ampio raggio e un elicottero si è sollevato in volo per controllare dall'alto le strade. La scientifica ha effettuato a lungo i rilievi per trovare elementi utili alle indagini. E poco dopo sono stati ritrovati dalla polizia le parrucche usate dai rapinatori, la pistola rubata al vigilantes e il contenuto di tre cassette di sicurezza che erano riusciti ad aprire mentre attendevano che il direttore aprisse il caveau.
I ladri hanno abbandonato tutto nel garage accanto alla filiale, da cui sono passati effettuando un buco nella parete per entrare in banca e da dove sono poi anche usciti.