Ragazzo ucciso, oggi i funerali ma non si sa se ci sarà il feretro

Sabato 17 Marzo 2018
Ragazzo ucciso, oggi i funerali ma non si sa se ci sarà il feretro
Quella di oggi è la giornata del lutto per i genitori e i fratelli di Alessandro Neri, ucciso con due colpi di pistola, per i loro parenti, amici ma anche per l'intera comunità italo-venezuelana in Abruzzo. Alle 15.30, nella chiesa di San Camillo de Lellis a Villa Raspa, si terranno i funerali del ragazzo ucciso ormai più di una settimana fa. Ieri pomeriggio, sono arrivate le ultime autorizzazioni che mancavano. Non è comunque certo se alla celebrazione religiosa sarà presente il feretro o meno. Sino a ieri sera c'era molta incertezza. Un altro giallo di questa vicenda. Sin dall'inizio comunque la madre Laura aveva fatto intendere che, feretro o non feretro, ugualmente sarebbe stata officiata una messa in onore di Alessandro con tanto di canti e musiche spagnole.

Per poter partecipare ai funerali, sono già arrivati dall'America Latina e dagli Stati Uniti parenti e amici. Attorno alla famiglia, come d'altraparte avvenuto già in questi giorni, è pronta a stringersi tutta la comunità italo-venezuelana. «Saremo presenti al funerale – fa presente la portavoce Maria Claudia Lopez - con la bandiera del Venezuela». In accordo con la società civile pescarese e nel rispetto dei tempi della famiglia, la comunità organizzerà nei prossimi giorni anche una fiaccolata per non dimenticare Alessandro e quello che è successo. «Tutti gli italo-venezuelani in Abruzzo - sottolinea Pierluigi Spiezia, consigliere del Cram e direttore de www.ilmondo.tv - sono profondamente sconvolti». Lo ribadisce anche Johnny Margiotta, consigliere del Cram Venezuela, il consiglio regionale abruzzesi nel mondo. «Siamo molto scossi e sentire queste notizie ci fa rabbrividire perché psicologicamente siamo già molto provati. Sono rientrato in Italia ad agosto – racconta Margiotta - per ritrovare un po' di pace, per stare più a contatto con la semplicità della vita in Abruzzo, dove tutto è tranquillo e genuino. Adesso non so cosa raccontare a mia moglie, venezuelana. A luglio le ho detto di prendere le valigie e andare via perché in Abruzzo certe cose non le avremmo più vissute e invece, una volta arrivati qui, ci siamo trovati a dovere fare i conti con certe notizie. Ora spettiamo che le forze dell'ordine facciano chiarezza su questa storia.
 
Ultimo aggiornamento: 10:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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