Uccide la sorella perché ha un compagno trans: «Maria Paola infettata»

Lunedì 14 Settembre 2020 di Marco Di Caterino
Uccide la sorella perché ha un compagno trans: «Maria Paola infettata»

Una cappa scura di odio e rancore è calata sull'assurda tragedia di Maria Paola Gaglione, 18 anni, morta dopo essere stata speronata dalla moto del fratello nella notte tra venerdì e sabato scorso a bordo del suo scooter sul quale c'era anche la compagna Cira Migliore, 22 anni, femmina di nascita ma che si sentiva uomo tanto da farsi chiamare Ciro: tornavano ad Acerra, un paese in provincia di Napoli, per trascorrere la notte. «Volevo darle una lezione, non ucciderla. Ma era stata infettata da quella» ha detto ai carabinieri Michele Antonio Gaglione, 30 anni. A difenderlo anche la famiglia nella duplice veste di vittima e parente del carnefice: «Voleva solo riaccompagnare a casa Maria Paola». E adesso i social diventano il terreno di scontro tra le famiglie di Maria Paola e di Ciro.

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Tutto nasce da un post al calor bianco della mamma di Ciro, Rosa Buonadonna, che lancia accuse pesanti contro la madre della vittima e dell'assassino: «Vergognatevi. Mia figlia (Ciro, ndr) pure ha combattuto tra la vita e la morte. E tu (rivolta alla mamma di Maria Paola, ndr) che dici di aver fatto sacrifici per i tuoi figli se fossi stata un'altra mamma tutto questo non l'avresti fatto accadere. Fuori dalla caserma dei carabinieri (dove era in stato di fermo Michele Antonio Gaglione, fratello di Maria Paola, autore dello speronamento mortale e del pestaggio a Ciro, ndr) tu hai gridato: Fatelo uscire a mio figlio, che ha fatto bene a uccidere la sorella perché sta con una femmina». Poi l'affondo sorprendente: «I figli si accettano per come sono, non si uccidono. Riposa in pace Paola».

CITTÀ SOTTO SHOCK
Caivano è una città sotto schock. All'uscita della messa di mezzogiorno dalla chiesa dei Cappuccini Alfonso De Caro, pensionato, così commenta: «Sono triste per quella povera ragazza, uccisa per un amore non compreso. Le due famiglie, che qui tutti conoscono, contano parentele importanti nella malavita organizzata: si può allungare la scia dei morti ammazzati. Violenze e vendette che sono, purtroppo, il dna del Parco Verde».

L'INDAGINE
Intanto l'inchiesta sulla morte di Maria Paola, svolta dai carabinieri di Acerra, sembra essere delineata sia per quanto riguarda il movente che per la dinamica. A tal fine è stata decisiva la testimonianza di Ciro, alla quale si è aggiunta la confessione di Michele Antonio Gaglione che in caserma ha ammesso: «Ho fatto una stronzata. Non volevo uccidere nessuno, figurarsi mia sorella, ma dare solo una lezione a quella che ha infettato Maria Paola. Volevo solo riportarla a casa nostra».

Da un letto della Clinica dei Fiori, dove Ciro è ancora ricoverato per una frattura scomposta ad un braccio, il compagno di Maria Paola ha postato sulla sua pagina di Facebook tutto il suo dolore accusando il fratello della ragazza «di aver commesso deliberatamente un omicidio perché non sopportava che la sorella frequentasse un uomo trans».

Poi su Instagram, Ciro ha scritto un tenero ricordo: «Non posso accettarlo, perché Dio non ha chiamato me? Perché proprio a te amore mio, non riesco più a immaginare la mia vita senza te, non ci riesco». E aggiunge: «Non riesco più a dormire, penso a te 24 ore su 24 amore mio, mi manchi, mi manchi tantissimo. Eri l'unica per me, l'unica che mi amava veramente. Non posso accettarlo ancora, non ci riesco. Mi mancano le tue carezze, mi manca quando mi svegliavi la mattina a darmi fastidio. Mi manca tutto di te, non ho mai smesso di amarti dal primo giorno che ti ho vista, Ti amerò sempre piccola mia».



E mentre nel web impazzano commenti, frasi d'amore e frammenti di odio, sul luogo dell'incidente c'è chi porta dei fiori, c'è chi lascia messaggi d'affetto per la giovane vittima.

LA SOLIDARIETÀ
Su quel pezzo di tubo dove si è spezzata la vita di una ragazza in molti hanno poggiato delle rose rosse, una croce bianca e un foglio di quaderno sul quale compre questa frase: «La mia unica sorella è volata via. Non avrei mai immaginato un destino così crudele per una persona così speciale. Proteggi la mia famiglia da lassù».

Una domenica complicata anche per il parroco don Maurizio, che pure ha trovato la forza e lo spirito per portare conforto alla famiglia Gaglione colpita dal lutto di Maria Paola e dal gesto efferato del fratello assassino. «Michele era uscito per convincere la sorella Maria Paola a rientrare a casa ma non l' ha speronata, è stato un incidente». Questa la laconica versione dei fatti fornita dalla famiglia al sacerdote: «I genitori di Maria Paola e Michele sono molto provati». Una tragedia nella tragedia.
 

Ultimo aggiornamento: 10:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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