Ragazza accoltellata a Termini, l'aggressore fermato da marito e moglie carabinieri a Milano: era su un treno in partenza per Brescia

È un senzatetto polacco l’uomo che ha aggredito la ragazza israeliana

Martedì 3 Gennaio 2023 di Flaminia Savelli
Israeliana accoltellata a Termini: ecco il volto dell'aggressore. È un clochard polacco con problemi psichici

Era a bordo di un treno diretto a Brescia con una borsa nella quale aveva nascosto due grandi coltelli da cucina e un taglierino. Indossava ancora gli stessi abiti della sera di Capodanno quando, alla stazione Termini, ha sferrato tre coltellate al fianco destro di Abigail Dresner, turista israeliana di 24 anni. La ragazza subito soccorsa è stata trasportata al policlinico Umberto I dove è tuttora ricoverata in condizioni serie ma stabili. Probabilmente le sue intenzioni erano quelle di lasciare il Paese ma è stato fermato alla stazione Milano Centrale il cittadino polacco accusato della folle e feroce aggressione. È Aleksander Mateusz Chomiak, 25 anni, e a riconoscerlo è stata una coppia di carabinieri fuori dal servizio. 

I due militari - lui un vice brigadiere del Nucleo Radiomobile di Milano, lei in forza all’infermeria del Comando Legione Carabinieri di Milano - non appena saliti sul treno hanno capito che era lui il ricercato grazie a quelle foto, meticolosamente estrapolate dalla Polfer dal sistema di videosorveglianza della stazione Termini che la polizia ha poi diffuso fra tutte le forze dell’ordine in ogni angolo del Paese dopo la fuga dell’uomo.

Così è stato fermato, non ha opposto resistenza. Con sé aveva una borsa che non è la busta di plastica azzurra catturata dagli occhi elettronici di Termini dove tra qualche vestito aveva occultato anche due coltelli e un taglierino e molto probabilmente uno è quello usato contro la 24enne. Le condizioni della ragazza restano serie ma è fuori pericolo. Le coltellate, pur essendo state inferte in profondità - una delle tre le ha perforato il fegato - non sono state mortali.

Il materiale è stato sequestrato e sarà ora analizzato mentre il 25enne polacco dopo essere stato fermato è stato trasferito nella Caserma Montebello, sede del Nucleo Radiomobile carabinieri di Milano ma non ha proferito una sola parola, con sé non aveva documenti e la sua identità è stata accertata tramite riconoscimento facciale e con il sistema automatizzato di identificazione delle impronte essendo stato già controllato e “schedato” in passato. Il Pubblico ministero Enrico Pavone inoltrerà oggi al gip la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere con l’accusa di tentato omicidio e a seguire gli atti saranno trasmessi alla Procura di Roma competente sulle indagini. 

IL VIAGGIO IN ITALIA
«Esprimo la massima soddisfazione per l’immediata individuazione e successivo fermo dell’aggressore della Stazione Termini - il commento del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi - i cittadini devono vivere la consapevolezza che vi possono essere casi come questo in cui un’aggressione può avvenire in modalità insidiosa e non sempre prevedibile ma non per questo sfuggire al capillare controllo del territorio e al lavoro delle nostre forze di polizia, che non ringrazierò mai abbastanza, capaci in tempi brevi di assicurare alla giustizia gli autori di odiosi reati». Intanto gli investigatori hanno ricostruito gli ultimi mesi della vita di Chomiak. Il 25enne, originario di Grudziadz in Polonia, nel 2021 era stato denunciato per furto. A quel punto avrebbe deciso di partire: prima di arrivare nella Capitale, ha soggiornato a Venezia, Livigno e Torino. Non ha mai trovato un impiego arrangiandosi tra le stazioni. Pur restando in costante contatto telefonico con la mamma, almeno fino allo scorso mese di ottobre. Poi il silenzio. La famiglia - era il 14 dicembre - aveva contattato “Zaginieni/vermisst”, una sorta di “Chi l’ha visto” polacco. Quattro giorni dopo il ragazzo era stato rintracciato ma si era rifiutato di tornare in Polonia. Poi Chomiak arriva nella Capitale e diventa un fantasma. Almeno fino al 27 dicembre quando era stato fermato e identificato alla stazione Termini durante un normale servizio di controllo. Il 25enne ricomparirà poi il pomeriggio del 31: le telecamere di video sorveglianza lo riprendono all’ingresso nel pomeriggio. E poi ancora, la sera della brutale aggressione di cui resta ancora da chiarire il movente. Intanto, è stato confermato che la vittima e Chomiak non si siano incontrati prima della sera del 31 dicembre. 

LA RICOSTRUZIONE 
La ragazza, in compagnia di un’amica, era arrivata nello scalo con un treno per trascorrere la notte di San Silvestro al Circo Massimo. Si era diretta verso la biglietteria automatica per acquistare dei ticket, per la mattina successiva, con direzione aeroporto di Fiumicino. L’aggressore invece, come confermano le immagini delle telecamere, era entrato nella stazione dall’ingresso principale da piazzale di Cinquecento. Secondo gli investigatori, la pista per il movente resta quella del folle gesto. Tuttavia, i dettagli emersi nel corso dell’inchiesta aprono ad altri scenari possibili. Tra cui l’aggressione di matrice religiosa: la 24enne insieme allo zaino da viaggio, aveva una borsa di juta con scritte in lingua ebraica. Ecco perché i poliziotti stanno cercando di ricostruire non solo gli spostamenti del giovane polacco, ma anche le frequentazioni che avrebbe stretto nei giorni di passaggio nella Capitale. Da quanto emerso fin qui, non avrebbe frequentato solo la zona intorno alla stazione Termini ma anche luoghi di ritrovo per i bisognosi di assistenza nelle zone a est della Capitale. 

 

Ultimo aggiornamento: 23:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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